C’è un molo nella Riserva Orientata delle Isole dello Stagnone, che è nato nel secondo dopoguerra, al di fuori di ogni norma di legge, probabilmente, e senza alcuna spesa del pubblico erario; anche senza alcuna autorizzazione del demanio marittimo di allora, rispetta la natura dei luoghi, non inquina e resiste impavido da oltre 85 anni.
I residenti, per voce di Elio Piazza, chiedono la rimozione del blocco di calcestruzzo (ovvero il frangiflutti) che ne ostruisce l’accesso e mina l’incolumità di quanti lo frequentano da moltissimi anni, dovendo prima sedersi sul blocco per poi scendere in mare.
“Se ne richiede la rimozione dando la priorità alle persone e non ai velocipedi – ci fa sapere Piazza -. Le persone hanno rapporti di natura affettiva con l’ambiente dove sono nate e non cambiano abitudini per innovazioni che sopravvengono a limitare il loro diritto alla balneazione dove annualmente ritrovano benessere fisico e morale. Quel blocco è una barriera architettonica da rimuovere”.