Dopo la sentenza di assoluzione l’ex sindaco interviene nel dibattito politico.
Giulia Adamo ha ricoperto tutte le più importanti cariche elettive della provincia. Da alcuni anni, per le note vicende giudiziarie, si è tenuta ai margini della vita politica. Ora è giunta la sentenza di assoluzione della Corte d’Appello che l’assolve con formula piena.
Onorevole come commenta a caldo l’esito della sentenza?
“Nel rispetto alle Istituzioni credo che chi abbia svolto un ruolo politico debba rendere conto non soltanto al sistema giudiziario, ma anche ai cittadini che lo hanno eletto”
In tanti sono rimasti sorpresi dall’esito che è arrivato dalla Corte D’appello.
“La sentenza non mi sorprende già nel 2014 fui costretta a dimettermi da Sindaco per una condanna di Concussione, annullata poi dalla Cassazione”.
Dal punto di vista amministrativo secondo la sua ottica che cosa hanno comportato per Marsala quelle sue dimissioni da sindaco?
“Le mie dimissioni portarono tra l’altro alla sorprendente sparizione di un Progetto esecutivo di messa in Sicurezza dello storico porto di Marsala il cui finanziamento per 49.500.500 era stato inserito dal governo regionale nel Patto per il Sud Programmazione 2010/20. Il Progetto Esecutivo, costato anni di lavoro e un notevole impegno di spesa pubblica da parte della Regione e del Comune, aveva già ottenuto le Autorizzazioni necessarie per essere cantierabile. Il nuovo Sindaco che mi succedette smise di rispondere al Ministero che richiedeva e sollecitava gli ultimi documenti e con il beneplacito della Regione è stato seppellito il lavoro svolto e i soldi spesi. Tale progetto era stato peraltro approvato dalla mia Amministrazione, ovviamente a patto che si adeguasse al Progetto pubblico.
L’ incomprensibile impegno di amministratori comunali e regionali nel far sparire un Progetto redatto dal Genio Civile delle Opere Marittime mi fa chiedere quali interessi possano esserci dietro comportamenti così assurdi….intanto il porto della quinta città della Sicilia resta resta in uno stato di assoluto degrado”.
Torniamo all’attuale sentenza…
“Gli inquirenti hanno inizialmente sommato tutte le spese sostenute dai Gruppi parlamentari raggiungendo somme per svariate centinaia di migliaia di euro per poi passare a più modeste imputazioni. Nel mio caso siamo passati da un’ipotesi di reato di oltre 400 mila euro a un’imputazione di 11.500 euro. Come testimoniato dai funzionari regionali, non avevo mai chiesto rimborsi per spese sostenute nel mio ruolo di capogruppo e in caso di missioni, pagavo la benzina e le spese di soggiorno per me e per l’autista. Intanto però l’impatto mediatico era partito e si sono fatti processi sulla stampa e condanne sui mezzi d’informazione prima ancora che in tribunale”.
Che cosa direbbe oggi ai suoi elettori di allora?
“Per anni, il nostro gruppo ha rappresentato la buona Amministrazione, dimostrando che la Provincia di Trapani non è solo la terra di Messina Denaro ma un territorio dove è possibile presentare Progetti esecutivi cantierabili, ottenere ingenti finanziamenti e realizzare importanti Opere Pubbliche nei tempi previsti, senza mai una variante in corso d’opera ( Funivia di Erice , Ponte sul fiume Arena, Strade provinciali, Istituti scolastici, escavazioni dei fondali marini ecc) . Tra i tanti progetti realizzati desidero ricordare l’apertura dell’aeroporto di Trapani (costruito con grande impegno di denaro pubblico e poi chiuso per decenni ) grazie all’applicazione di un Regolamento europeo e nonostante l’incomprensibile iniziale opposizione del Governo Regionale e Nazionale”.
Dopo questa sentenza Giulia Adamo è pronta a ritornare in prima persona nell’agone politico?
“Io sono sempre stata appassionata dell’impegno politico. Lo facevo anche nelle vesti di professoressa e di preside. Guardo con attenzione a quello che accade. Non sono disponibile ad un tentativo qualunque. Tuttavia se si dovesse creare un movimento civico con idee e progetti ben definiti potrei dare una mano, con quale ruolo si potrebbe definire in seguito”.