L’aereo della Ong Sea Watch che monitora il Canale di Sicilia decollerà di nuovo nei prossimi giorni. Dal cielo, come cambiano le traversate, lo si capisce meglio.

Hanno notato anche l’aumento delle partenze dalla Libia orientale verso le coste siciliane e calabresi. Per questa rotta, non ci si affida a piccole imbarcazioni, ma a pescherecci. Lo dice Luca Marelli, membro dell’equipaggio di Seabird.

Quest’anno già più di cento le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà.

“Gli sbarchi continueranno a ripetersi fino a quando gli Stati europei non decideranno di fare quello che è necessario, ovvero lanciare una missione europea di ricerca e soccorso. C’è un aumento delle imbarcazioni di ferro dalle coste tunisine, molto più pericolose”, afferma Marelli.

Notato anche l’incremento di arrivi dalle coste libiche orientali verso quelle siciliane e calabresi. Qui si tratta di pescherecci ma il numero di persone a bordo sono eccessivamente numerosi.

Quest’anno già sono più di 100 le imbarcazioni a rischio.