Nei giorni scorsi una riunione del Consiglio comunale aperto si è svolto nella sede marsalese di Palazzo VII Aprile a tema sanità. C’erano tutti, sia le Istituzioni locali che i deputati regionali eletti in Provincia, Dario Safina (PD) e Stefano Pellegrino (Forza Italia), nonchè i vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale, i rappresentanti delle categorie mediche e i sindacati. Si è parlato dell’ospedale “Paolo Borsellino”, del suo ritorno alla piena funzionalità dopo il Covid, della carenza di personale e della scarsa sicurezza nelle aree d’emergenza. Al Presidente dell’Ordine dei Medici trapanesi, Vito Barraco, abbiamo chiesto uno sguardo sulla sanità locale che sia quello dei medici che ogni giorno vivono dentro i presidi, a contatto con i pazienti, tra mille difficoltà.
La seduta di Consiglio comunale aperta a tutte le parti chiamate in causa, ha svelato le tante problematiche della sanità locale. Facciamo un punto.
“L’ospedale di Marsala, come si sa, nel periodo pandemico è diventato Covid Hospital. Va fatto per questo un plauso agli operatori che si sono adoperati per fare andare bene le cose con il Coronavirus. Ma inevitabilmente questo ha rallentato le attività assistenziali per le altre patologie. Il bacino di utenza dell’ospedale “Borsellino” infatti è grande “serve” 100mila abitanti nel comprensorio e questo ha caricato gli altri presidi, soprattutto quello di Trapani che già era sovraccaricato. Questa situazione deriva anche dalla non adeguata programmazione delle risorse umane per carenza di medici”.
Ci sono ancora quindi tante questioni irrisolte. L’Ordine dei Medici come vede il futuro della sanità marsalese e provinciale?
“Non c’è stata una corrispondenza dei medici, troppo pochi per coprire le unità necessarie nei presidi ospedalieri del trapanese. Peggio ancora, abbiamo ritardato le terapie dei malati cronici. Il Commissario Straordinario dell’Asp ha approntato un programma corretto per Marsala, con tutta una serie di iniziative importanti; il problema è la tempistica delle procedure che in questo momento, nonostante in questi due anni si sia puntato su medici specialistici da portare nel trapanese. Dobbiamo lavorare su questo fronte”.
Al Sant’Antonio Abate si è inaugurato un Posto di Polizia per garantire maggiore sicurezza al Pronto Soccorso. Chiederete la stessa cosa per Castelvetrano e Marsala?
“Assolutamente sì, diventa una scelta prioritaria avere posti di sicurezza negli ospedali più grandi. I problemi e i nervosismi che spesso si creano nei PS sono legati al fatto che non ci sono abbastanza medici per coprire le aree di emergenza e le attese diventano troppo lunghe. Altro problema è che molti pazienti potrebbero anche non restare in ospedale perché non ne hanno bisogno, dovrebbero essere assistiti in un altro presidio, ecco perché si parla di “ospedale di comunità” per i casi non gravi e urgenti. Inoltre lo diciamo più volte: nelle aree di emergenza dovrebbero lavorare medici con grande esperienza, specializzati e altamente formati. In Inghilterra anni fa, nei PS ci andavano i medici più anziani. Questi poi, potrebbero essere affiancati da medici più giovani a cui trasmettere la propria esperienza’.
Per sopperire alla carenza di personale medico, l’Asp ha indetto bandi per richiamare medici stranieri. Cosa ne pensate?
“Non siamo contenti dell’arrivo di medici extranazionali, per una questione di professionalità: chi esce dalle nostre Università deve avere la possibilità di tornare a lavorare nella propria terra”.
Pare non ci sia equilibrio tra monte ore di lavoro svolte e retribuzione…
“Bisogna agire a livello contrattuale, i medici devono essere pagati adeguatamente per il lavoro svolto. Sono tempi duri”.
Altra questione da attenzionare sono le Guardie Mediche. Com’è la situazione in Provincia.
“Il problema delle Guardie Mediche è pure contrattuale, il personale ha un contratto diverso e autonomo. E’ necessario potenziare le attività di guardia medica ma anche in questo caso, non si trovano medici adeguati, ecco perchè abbiamo accelerato l’iter per far iscrivere all’Albo i medici neo laureati abilitati contestualmente al titolo di studio conseguito e inserirli subito nelle Guardie Mediche, dando così impulso all’Asp nel predisporre i bandi di assunzione”.
Il ruolo dei medici di famiglia, dopo la pandemia è cambiato. Questa situazione può è funzionale?
“Il medico è in grado telefonicamente di valutare se è meglio una visita diretta e più approfondita o prescrivere un farmaco online. Questo si può fare fino a dicembre 2023, per evitare assembramenti negli studi professionali”.