Scuola, sulle abilitazioni all’estero il Sinalp si schiera: “No a discriminazioni”

redazione

Scuola, sulle abilitazioni all’estero il Sinalp si schiera: “No a discriminazioni”

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giovedì 05 Gennaio 2023 - 06:45

“Differenziare tra chi è riuscito ad abilitarsi in Italia e chi invece per indisponibilità del sistema è stato costretto ad abilitarsi in un paese della Comunità Europea è fare un passo indietro nella storia, dimenticando il diritto al lavoro per come viene sancito dalla Costituzione Italiana e ribadito nella normativa della Comunità europea che incentiva la circolazione dei lavoratori all’interno dei suoi confini”. Lo dichiarano i vertici del Sinalp, che prendono le parti di coloro che hanno scelto in questi anni di conseguire all’estero (spesso in Romania) il proprio titolo di abilitazione, affermando che i soggetti in questione hanno pari dignità e capacità professionale rispetto ai colleghi che hanno conseguito tale titolo in Italia. Tale pratica si è scontrata con la diffidenza sulle procedure seguite da parte del Ministero dell’Istruzione ed il dibattito sul tema è tornato d’attualità in questi giorni, dopo un servizio particolarmente critico, mandato in onda dal tg satirico Striscia la Notizia.

Il segretario del Sinalp Andrea Monteleone evidenzia che l’ultima sentenza del Consiglio di Stato – la n. 22 del 29 Dicembre 2022 – ribadisce quanto già acclarato dalla Direttiva Europea n. 36 del 2005, riconoscendo i titoli abilitanti conseguiti in una qualsiasi Nazione aderente alla Comunità Europea, Romania compresa, respingendo l’appello del Ministero della Pubblica Istruzione italiano.

Alla luce di questa ultima sentenza il professore Giuseppe Lombardo del Sinalp Sicilia Comparto Scuola chiede a nome di tutti i docenti interessati, la riapertura delle graduatorie e l’abolizione dell’articolo 7 della O.M.112/2022 che ha ostacolato l’inserimento nelle graduatorie provinciali dei docenti abilitati all’estero, e mette a disposizione il proprio ufficio legale per dare il via ai ricorsi necessari ad affermare il proprio diritto all’insegnamento.

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