E’ durato oltre un’ora il discorso con cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è presentata al Parlamento per il voto di fiducia. Tanti i temi toccati, dalla condanna delle leggi razziali (“il punto più basso della storia italiana”) all’Europa (“serve un’integrazione più efficace nell’affrontare le grandi sfide”), passando per il Covid (“In caso di nuova ondata non replicheremo le restrizioni del passato”) e la conferma della scelta atlantista in politica estera, sgombrando il campo da un ammorbidimento verso la Russia di Putin in cambio di condizioni più favorevoli sull’approvvigionamento energetico. Dalle parole della presidente c’è la consapevolezza di un periodo difficile per il Paese (“siamo nel bel mezzo di una tempesta”) per le condizioni economiche con cui si misurano quotidianamente le famiglie e le imprese, ma più in generale l’economia nazionale, alle prese con una nuova recessione e con il secondo debito pubblico più elevato d’Europa.
Trova spazio nel discorso pronunciato alla Camera anche la questione meridionale, “che deve tornare centrale nell’agenda Italia”, per un “Sud non più visto come un problema, ma come un’occasione di sviluppo per tutta la Nazione”, ha sottolineato la Meloni, promettendo che il governo lavorerà sodo “per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile”.
Un passaggio, poi, Giorgia Meloni lo ha voluto dedicare alla lotta alla mafia: “La legalità sarà la stella polare dell’azione di governo”, ha sottolineato la leader di Fratelli d’Italia, raccontando di aver iniziato a fare politica a 15 anni, subito dopo la Strage di via D’Amelio, in cui la mafia uccise Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, sottolineando di essere stata “spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare e che la rabbia, l’indignazione andassero in qualche modo tradotte in impegno civico”. “Il percorso che mi ha portato qui, nasce da quell’eroe”, ha aggiunto Giorgia Meloni riferendosi proprio a Paolo Borsellino, suscitando la standing ovation dei deputati di Montecitorio.
“Affronteremo il cancro mafioso a testa alta, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio a tutti gli italiani, rifiutandosi di girare lo sguardo, senza scappare, senza arretrare, anche quando sapevano che quel coraggio li avrebbe portati alla morte”, ha aggiunto poi la presidente del Consiglio, citando Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rosario Livatino, Rocco Chinnici, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Libero Grassi, don Pino Puglisi. “La lotta alla mafia ci troverà in prima linea. Da questo governo i criminali e i mafiosi avranno solo disprezzo e inflessibilità”, ha concluso Giorgia Meloni.
Sul fronte dell’immigrazione, invece, la leader di Fratelli d’Italia ha ribadito che la linea del governo sarà quella dei blocchi navali: “In Italia, come in qualsiasi altro Stato serio non si entra illegalmente. Si entra legalmente attraverso i decreti flussi”. L’idea è quella di chiedere all’Europa l’applicazione della terza fase della missione Sofia, che prevede una serie di strumenti che fermino “le partenze illegali, spezzando il traffico di esseri umani nel Mediterraneo”.