Una bolletta di oltre 83 mila per i consumi energetici. A riceverla è stato un imprenditore di Marsala, Davide Bellitteri, che ha avuto un malore dopo aver visionato l’ingente somma da pagare, finendo all’ospedale “Paolo Borsellino”. Adesso darà mandato ai propri avvocati di approfondire la situazione, nella speranza che si sia trattato di un errore. Perchè se si dovesse andare avanti così, una struttura come la sua – a conduzione familiare – rischierebbe seriamente di chiudere.
Un caso per certi versi estremo, che però conferma l’impennata subita dai prezzi in seguito all’inizio della guerra in Ucraina e che sta avendo pesanti ripercussioni un po’ in tutti I settori dell’imprenditoria italiana.
Dopo l’azione dimostrativa di giovedì, con le insegne dei negozi spente, organizzata da Confcommercio Sicilia e Fipe, che ha registrato l’adesione di migliaia di negozi, il presidente di Confcommercio, Gianluca Manenti, in attesa dei provvedimenti che dovrebbe arrivare dal governo, sta organizzando un incontro con Confindustria.
L’obiettivo
è quello di fare fronte unico contro l’aumento indiscriminato dei
prezzi dell’energia, che sta mettendo a dura prova imprese
commerciali e industriali.
“L’iniziativa
di giovedì ha avuto un grande seguito, da tutta Sicilia sono
arrivate testimonianze. Ma siamo di fronte all’immobilismo della
politica – dice Manenti – che non riesce a trovare una soluzione per
le imprese e le famiglie. Molti negozi sono costretti a chiudere
alcuni settori, come le gelaterie. L’alternativa al caro bollette è
la chiusura. Attendiamo altri due giorni, incontreremo anche
Confindustria, poi faremo azioni eclatanti di protesta, fino alla
serrata generale dei negozi”.
“Mentre
a Bruxelles, a Roma e a Palermo si discute, il nostro sistema
produttivo sta saltando. E non certo per colpe, responsabilità o
negligenze a noi riconducibili” dice Manenti dopo avere raccolto
l’accorato grido d’allarme lanciato dagli associati che hanno aderito
alla protesta di Fipe denominata “La Sicilia spegne le
insegne”.