What if – Esercizi di Fantageopolitica

Sebastiano Bertini

Lo scavalco

What if – Esercizi di Fantageopolitica

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mercoledì 24 Agosto 2022 - 09:02

La grande svolta bellica, l’Italia e l’Oriente

Agosto, anche in età di estati politicamente burrascose, è un buon momento per darsi a esercizi mentali “leggeri e vaganti” come quello dell’estrapolazione: arte ragionativa di squisita pertinenza moderna e occidentale, è il motore di pensiero che ci ha dato Utopia, La Città del Sole, La nuova Atlantide

Pensiero al futuro, quindi. Hic et Nunc su una catapulta puntata verso un tempo che ancora non è. Proprio per questo, come impariamo da Mercier, da Bellamy, da Morris, “pensiero politico”.

Costruiamo il nostro “scenario”. Nell’Agosto 2022 gli Stati Uniti d’America mettendo in campo una manovra militare “a tenaglia”: sul fronte Ovest continuano la guerra per procura alla Russia, sul fonte Est innescano la guerra per procura con la Cina. D’altra parte, un Impero è un Impero – anche se al “We the people…” costituzionale segue l’etichetta “Republic” – e esige una politica di forza.

Per gli Usa, Ucraina e Taiwan sono efficaci “coltelli alla pancia” dei nemici. Sono entità geopolitiche di frontiera, con molto di sacrificabile in termini umani e molto di strategico in termini geopolitici. Funzionano bene per mettere in tensione il corpaccione “mare di terra” dell’Asia.

Facciamo correre veloce in avanti la linea del tempo. Le guerre diverranno “tiepide”; ai fucili si sostituiranno gradualmente promesse finanziarie, sberleffi diplomatici, cyberattacchi e condizionamenti economici reciproci. Cina e Russia, che stanno già elaborando l’idea da tempo, inizieranno una revisione della rete infrastrutturale One Belt One Road: darà l’impressione, dopo aver avvinto anche l’India e di aver quindi perimetrato il più gran calderone d’umanità del pianeta, di lambire – senza toccare – l’Europa. Un grande maglia di flussi intermodali, umani e digitali, celebrerà la forza e la ricchezza di un mondo asiatico abbastanza maturo da fare a meno dell’Occidente. In realtà, proprio questa rete opererà ctonia, sotterranea, scavando un tunnel proprio “sotto” il Vecchio Continente: passerà dall’Africa. Non ce ne siamo accorti, ma oltre alla Cina proprio la Russia è protagonista, negli anni di Putin, di intensissima attività di dialogo e interscambio con l’Africa: quando l’Onu ha proposto, nel marzo 22, una risoluzione che chiedesse alla Russia di abbandonare l’uso della Forza in Ucraina, 35 Paesi si sono astenuti. Di questi, 25 sono africani.

La strategia, è chiaro, sarà quella di affamare l’Europa – e non gli USA direttamente – attraverso l’eccezionalmente efficacie “guerra delle materie prime”. La Russia continuerà a tagliare il gas. la Cina, invece, taglierà le Terre Rare. Sottolineatura non laterale: tutta la tecnologia elettronica, e in particolare quella più innovativa, dipende dalle Terre Rare; la Cina ne governa il 93% su base mondiale.

Lasciamo ora andare gli ormeggi e lanciamoci nella proiezione più immaginativa. Nei prossimi mesi l’Italia potrebbe virare a Destra, generando in seconda battuta una certa variabilità – di difficile previsione – nei posizionamenti strategici dei partiti entro l’arco parlamentare. Una fase cioè di instabilità relativa, che potrebbe portare, in accompagnamento alle annunciate riforme demagogiche – come la Flat Tax, o le improvvisazioni pensionistiche – un accento tensore sul Debito Pubblico. Questo ovviamente anche come effetto di forti vincoli interni già per la manovra Finanziaria di fine anno: il Sole 24 Ore ha calcolato come tutte le operazioni relative alla gestione pandemica, al taglio del cuneo fiscale, agli interventi sulle energie, ai vari Bonus, bloccheranno circa 25 miliardi.

Il calcolato allarmismo dell’opposizione e la già ora esplicita diffidenza dell’Unione europea, potrebbero contribuire a rendere incerti i mercati. Si osservi che la Nota di Aggiornamento al Def del 2021 prevedeva che un piegamento dal 155,6% del Pil al 146,1% nel 2024, con il raggiungimento della soglia dei 2.900 miliardi. Purtroppo, a fine Marzo 2022 non vede nemmeno il 149% auspicato, è staziona tetragono al 152,6%. Dati che potrebbero rendere il reperimento di credito sul mercato, per il nostro Paese, più difficile anche sul medio termine.

Dal punto di vista strategico, l’Italia instabile e populista è un boccone goloso, in particolare per gli operatori internazionali orientali. Ci ricordiamo tutti, in era Giallo-Verde, quanta attenzione è stata portata sul porto di Trieste, pronto a ricevere l’investimento infrastrutturale dell’abnorme multinazionale cinese CCCC. Una singolarità geopolitica per il nostro Paese, risolta con una sfiatata della NATO e un esposto anonimo a Zeno D’Agostino, testa di ponte.

Nulla vieta di immaginare che nel protrarsi delle criticità in termini di Crescita e Debito, unite ad alcuni orientamenti politici internazionali, investitori di stessa bandiera e con stessi obiettivi si palesino. Figuriamoci mentalmente le grandi linee di forza che attraversano il nostro mondo globalizzato: aperte le porte a Trieste, e magari anche a Gioia Tauro, la nostra cara penisola si configura come un lungo molo di attracco, in primis capace di separare Mediterraneo orientale da occidentale, in secundis – ma soprattutto – di impostare una rotta verticale, che da Sud mira a Nord.

La strada che risale la nostra spina dorsale è la linea dritta che conduce al maggior cliente europeo della Russia: la Germania, apax geopolitico della recalcitranza secondo certa retorica americana. Sul Brennero potrebbero andare a congiungersi gli indici delle due potenze al di là della nuova Cortina di Ferro? L’Asse Pescara-Kiel si darebbe come l’arteria occidentale d’Oriente, da un lato in grado di spingere l’Europa occidentale più lontano, dall’altro di abbracciare e circondare l’Europa più incerta e periferica, quella che vive costantemente movimentata dall’inquietudine balcanica, dal disallineamento ungherese, dalla situazione bellica ucraina, e dalla prospettiva di una Polonia Super-NATO, fortezza militare espansa armata dal USA e Regno Unito.

Sebastiano Bertini

Lo Scavalco è una scorciatoia, un passaggio corsaro, una via di fuga. È una rubrica che guarda dietro alle immagini e dietro alle parole, che cerca di far risuonare i pensieri che non sappiamo di pensare.

Sebastiano Bertini è docente e studioso. Nel suo percorso si è occupato di letteratura e filosofia e dai loro intrecci nella cultura contemporanea. È un impegnato ambientalista. Il suo più recente lavoro è Nel paese dei ciechi. Geografia filosofica dell’Occidente contemporaneo, Mimesis, Milano 2021. https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857580340

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