Processo Scrigno, il pubblico ministero ha chiesto di acquisire le dichiarazioni di Pietro Cusenza

redazione

Processo Scrigno, il pubblico ministero ha chiesto di acquisire le dichiarazioni di Pietro Cusenza

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venerdì 29 Aprile 2022 - 18:40

Il teste, imputato in un procedimento connesso, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dunque, il sostituto procuratore della DDA, il dottore Gianluca De Leo, ha chiesto l’acquisizione delle dichiarazioni rese da Cusenza nel 2019, in quanto sarebbero emersi elementi sintomatici di una intimidazione nei suoi confronti.

Il teste Pietro Cusenza doveva essere ascoltato ieri mattina davanti al collegio dei giudici presieduto dalla dottoressa Daniela Troja e a latere i dottori Giancarlo Caruso e Mauro Cantone, presso l’Aula Bunker del Palazzo di giustizia di Trapani. Presente in tribunale, insieme al suo avvocato, Marika Rossetti, Cusenza si è avvalso, però, della facoltà di non rispondere. Coinvolto nell’operazione antimafia Scrigno del 2019, attualmente è detenuto agli arresti domiciliari a seguito della condanna ad 8 anni nel processo per reato connesso, svoltosi con rito abbreviato. Detto soggetto è stato accusato di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Trapani con a capo i fratelli Pietro e Francesco Virga (figli del boss Vincenzo), di avere organizzato e partecipato insieme ad altri associati ad incontri finalizzati anche al procacciamento dei voti in occasione di diverse competizioni elettorali in favore dei candidati sostenuti da Cosa nostra. Nello specifico per le elezioni amministrative del 2017 di Trapani ed Erice, due consiglieri comunali uscenti, rispettivamente Vito Mannina e Giovanni Maltese, si sarebbero avvalsi della collaborazione di Francesco Virga e Franco Orlando, tramite Pietro Cusenza, per la loro campagna elettorale e per quella di Simona Mannina, figlia di Vito. Soltanto la Mannina, consigliera comunale oggi in carica, veniva per l’appunto eletta. Per le regionali dello stesso anno, l’associazione mafiosa avrebbe sostenuto la candidata Ivana Inferrera, inserita nella lista UDC per Musumeci Presidente, e Paolo Ruggirello, nella lista del PD per Micari Presidente. In occasione delle elezioni nazionali del 2018, invece, Cosa nostra si sarebbe concentrata solo su Ruggirello. Si ricorda che è in corso, presso il carcere Pagliarelli di Palermo, il processo d’appello in cui è imputato Pietro Cusenza.

Ritornando alla scelta del Cusenza di non rispondere alle domande, per il sostituto procuratore della DDA, Gianluca De Leo, vi sarebbero invece i presupposti per applicare l’articolo 500 comma 4 del codice di procedura penale, in quanto sarebbero emersi elementi sintomatici di una intimidazione nei suoi confronti. Pertanto, le dichiarazioni contenute nel fascicolo dell’accusa, precedentemente rese dal testimone, potrebbero essere acquisite nel dibattimento. Il pubblico ministero, a sostegno della sua tesi, ha fatto riferimento all’intercettazione di una conversazione del 13 agosto del 2021, avvenuta dopo la scarcerazione di Carmelo Salerno (assolto per gli stessi fatti contestati), tra quest’ultimo e un uomo non identificato. Nel corso del citato dialogo, Salerno avrebbe commentato la sentenza del processo con rito abbreviato emessa nei confronti di Pietro Cusenza. Tra l’altro, egli avrebbe aiutato quest’ultimo mediante il proprio sostegno economico ad aprire un negozio. Criticando la pena inflitta dal giudice, Salerno avrebbe poi dichiarato che la stessa sarebbe stata considerevole nonostante Pietro Cusenza avesse sostanzialmente collaborato con la magistratura. Inoltre, per Carmelo Salerno, Cusenza avrebbe “la lingua lunga” e “abbuccao quando l’hanno trasferito” ( ha iniziato a collaborare quando è stato trasferito in un altro carcere, ndr). Nella menzionata conversazione sarebbe stato citato anche Franco Orlando (anch’egli imputato nel processo d’appello), il quale, in quella fase, avrebbe rivestito il ruolo direttivo del mandamento di Trapani.

In merito a detta circostanza, occorre precisare che nel corso della precedente udienza era stato sentito un ispettore della polizia di Stato, Giuseppe Ernandes, il quale aveva raccontato che Luigi Manuguerra (oggi deceduto), padre dell’imputato Alessandro, si sarebbe recato spontaneamente nei locali della Digos di Trapani in occasione delle elezioni amministrative del 2018. Manuguerra avrebbe dichiarato che a Trapani comandava Orlando sostenuto da Giuseppe Pipitone. Rispondendo al controesame dell’avvocato Fabio Sammartano, difensore di Alessandro Manuguerra per l’appunto, il teste aveva dichiarato anche che il padre dell’imputato era stato sentito già nel 2017 dai poliziotti che stavano conducendo le indagini sulle elezioni amministrative di Erice. Le investigazioni condotte invece dai carabinieri nell’ambito dell’indagine Scrigno, avrebbero rivelato che sin dall’aprile del 2017, Luigi e Alessandro Manuguerra si sarebbero recati presso il bar Efri di Francesco Orlando al fine di pianificare con questi la campagna elettorale per il rinnovo dell’organo elettivo ericino. Alessandro Manuguerra, all’epoca candidato, verrà poi eletto (attualmente in carica).

Il sostituto procuratore De Leo, quindi, a conclusione del suo intervento, ha chiesto di acquisire le dichiarazioni rese da Pietro Cusenza il 22 agosto e il 10 settembre del 2019. Le parti civili si sono associate alla richiesta del pubblico ministero. Per l’avvocato Vito Galluffo, legale dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, imputato nel processo in corso, invece non vi sarebbe stata violenza o minaccia nei confronti di Cusenza. Inoltre, ha definito inopportuna la lettura in aula dell’intercettazione da parte del pubblico ministero, anche se, a suo avviso, la stessa dimostrerebbe il contrario della tesi accusatoria, ovvero non vi sarebbe alcun elemento concreto. Dai commenti degli interlocutori, per il legale si evincerebbe, tra l’altro, che Orlando non sarebbe interessato alle situazioni di Cusenza, di cui avrebbe investito il Salerno. Pertanto, il difensore si è opposto alla richiesta della Procura. La presidente Troja, prima di addivenire ad una decisione del collegio, ha disposto la perizia della trascrizione dell’intercettazione sopracitata che è stata affidata al consulente del tribunale, Antonino Caiozzo, insieme ad altre conversazioni captate.

La prossima udienza si terrà il 1° luglio.

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