La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 5 anni, 2 mesi e 15 giorni di carcere ad un imprenditore edile marsalese accusato di maltrattamenti in famiglia, minacce alla ex e anche di violenza sessuale.
Nel 2018 il Tribunale di Marsala aveva inflitto in primo grado, sette anni e pene accessorie, condannandolo al risarcimento danni in favore delle parti civili, ovvero una provvisionale di 10mila euro per la ex e per i suoi figli, due femmine e un maschio, vittime anche loro degli abusi dell’imprenditore.
In appello la pena detentiva fu ridotta a poco più di cinque anni perché alcuni capi d’imputazione furono dichiarati estinti per prescrizione. Secondo l’accusa, tra il 2006 e il 2013, la convivente sarebbe stata offesa e umiliata in presenza dei figli, minacciata di morte e picchiata dall’imprenditore, nonchè costretta a subire atti sessuali. Se i figli intervenivano a difesa della madre, venivano picchiati anche loro.