L’Ars sfiducia il coordinatore dell’emergenza Covid Tuccio D’Urso

redazione

L’Ars sfiducia il coordinatore dell’emergenza Covid Tuccio D’Urso

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giovedì 10 Febbraio 2022 - 20:10

L’Assemblea regionale siciliana ha votato a maggioranza la mozione presentata dal capogruppo Fi, Tommaso Calderone, che impegna il governo regionale a revocare l’incarico di coordinatore della struttura tecnica e soggetto attuatore dell’emergenza Covid in Sicilia all’ingegnere Tuccio D’Urso. L’ex dirigente era finito al centro delle polemiche per le sue esternazioni via social contro alcuni parlamentari regionali.

Il voto è arrivato al termine di una seduta a tratti tesissima. Respinta la proposta di Diventerà bellissima di trasformare la mozione in una censura, che non avrebbe impegnato formalmente il governo. In aula l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, ha tentato il salvataggio in extremis dell’ex dirigente regionale, che aveva anche inviato una lettera di scuse al Parlamento: “Nessuno condivide le espressioni di D’Urso, ma accomunare quelle frasi al lavoro svolto dalla struttura commissariale nell’interesse del sistema sanitario regionale sarebbe un errore”. A Razza ha risposto il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè: “Non c’è un obbligo giuridico per il presidente della Regione di licenziare, ma esiste un obbligo morale. […] Il problema è avere una persona indegna che rappresenta il presidente della Regione”.

“Scuse tardive insufficienti, non si doveva arrivare a questo dibattito. D’Urso andava rimosso prima. Il sì alla mozione è comunque l’ennesima sconfitta di un governo che ormai brancola nel buio”. Così, in sintesi, il M5S ha spiegato la propria posizione, dopo aver sottoscritto la mozione presentata da Forza Italia per rimuovere l’ex dirigente regionale delegato per l’emergenza Covid. “Non dovevamo – ha detto Giorgio Pasqua in aula – arrivare a questo punto, a costringere il capogruppo di una forza appartenente alla maggioranza di governo a dover presentare una mozione. Vuol dire che c’è un problema enorme all’interno dei rapporti tra Parlamento e Presidenza della Regione”. “Possiamo continuare a tenere in un posto così importante – ha detto Francesco Cappello – una persona che non ha il controllo di se stesso e che sui social non ha alcun rispetto e freno inibitorio? Possiamo sopportare una persona in ritardo di mesi sull’esecuzione del Piano? La pandemia sta per finire e noi siamo ancora in attesa che quel piano venga eseguito. All’inizio, quando la commissione decise di sentirlo, rispose che non essendo più dipendente non aveva alcun obbligo di rendicontare alla commissione. Come se la commissione avesse leso la maestà di uno dotato di superpoteri ricevuti dal presidente delle Regione. La verità è che queste scuse non sono insufficienti perché non accompagnate da dimissioni, ma perché dovevano essere precedute da un atto di revoca da parte di Musumeci”. “Il sì alla mozione – ha commentato a fine aula il capogruppo Nuccio Di Paola – è comunque l’ennesima sconfitta del governo che ormai brancola nel buio. L’unica consolazione è che il capolinea è vicino”.

Per il Partito Democratico, il deputato regionale Antonello Cracolici ha affermato: “Abbiamo assistito ad un crescendo che non è stato fermato in tempo, il presidente dela Regione avrebbe dovuto rimuovere alla radice questa situazione, evitando che il parlamento fosse chiamato a discutere di un ex funzionario che ha sistematicamente ignorato ed offeso le prerogative dell’istituzione parlamentare”.

Sulla stessa linea l’altro deputato regionale dem Nello De Pasquale: “Il presidente Musumeci avrebbe dovuto evitare questo imbarazzo. Stiamo parlando di una persona che di fronte ad una mia interrogazione per sapere come erano stati utilizzati 128 milioni di euro destinati alla infrastrutture Covid, l’ingegnere D’Urso invece di rispondere ha dichiarato di volermi querelare. Credo che questo episodio basti a fare capire quanto inappropriato sia stato fino ad ora il modo di gestire il suo ruolo da parte del commissario attuatore Covid”.

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