Il gioco in Sicilia: dalla strummola alle piattaforme online

redazione

Il gioco in Sicilia: dalla strummola alle piattaforme online

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mercoledì 29 Settembre 2021 - 12:48

La Sicilia è una terra ricca di storia, di tradizione, e abitata sin dal Paleolitico all’incirca fra 35 mila e 10 mila anni fa. La trinacria dunque racchiude in sé un patrimonio di siti archeologici, monumenti che testimoniano il passaggio di greci, normanni, arabi, e spagnoli, ha una tradizione culinaria che fonde culture nord africane con quella greca e italiana, e il dialetto romanzo primario, altresì conosciuto come dialetto siciliano, viene parlato anche nella parte meridionale della Calabria. Ma la Sicilia è anche terra di giochi, e con l’avvento del digitale molti di questi intrattenimenti ove possibile hanno fatto la propria evoluzione da analogico a digitale, soprattutto i giochi di carte.

‘A strummula e lo sciancateddu

Il gioco è presente nella storia dell’umanità sin dalla notte dei tempi, e tracce di intrattenimenti ludici risalgono finanche al IV millennio a.C come i birilli. I tanti dipinti, gli affreschi, ma anche antiche pitture rupestri rinvenute nel corso della storia ci aiutano ad avere dei riferimenti su come passavano il tempo i nostri antenati.

In Sicilia, così come in tutto il Sud Italia i passatempo principali venivano svolti in strada, e in particolare fino alla fine degli anni ‘70, e di strada ce n’era vista la scarsa presenza di automobili raddoppiate nel 1988: da poco più di un milione di vetture immatricolare nel 1970 ai due milioni. Il tempo libero si trascorreva dunque fra amici, piuttosto giocando a carte siciliane e raramente davanti alla televisione; e passeggiando in qualsiasi strada, piazza o vicolo di Licata, Siracusa o Palermo, dal primo pomeriggio fino al tramonto sarebbe stato possibile vedere persone divertirsi con la strummula. Tale gioco, chiamato anche u’ tuppettu, u’ pitollu, e ancora u’ tuppeturu, ha origini antichissime: è citata da Omero all’interno dell’Iliade, mentre i greci la chiamavano Paleo o Turbo. Si tratta della trottola, ma nel caso specifico della strummula questa era costruita artigianalmente utilizzando una grossa biglia in cui veniva conficcato un chiodo, nulla a che vedere con quelle “originali” bellissime in legno intarsiato.

Le carte da gioco siciliane con il simbolo della trinacria

La Sicilia è un luogo di convivialità, di grandi tavolate impreziosite da cibi e bevande di alta qualità, e come in gran parte del meridione, le celebrazioni a tavola spesso si chiudono con una partita a carte. La Sicilia ha un rapporto talmente forte con il gioco che non poteva non avere un proprio mazzo di carte; così come quelle napoletane anche quelle siciliane sono 40, e hanno quattro semi, con la differenza che i “bastoni” vengono chiamati “mazze” e che il tre di denari rappresenta il simbolo della Sicilia, la trinacria con la testa della Gorgone. La Sicilia, a dimostrazione di ciò è fra le prime cinque regioni italiane per spesa pro capite sul gioco d’azzardo online che conferma la grande passione dei siciliani per il gioco, sia esso poker o roulette virtuale giocato tramite smartphone, o seduti attorno a un tavolo.

Fra i giochi più diffusi nel panorama delle carte da gioco siciliane, c’è sicuramente il cucù, in cui i giocatori si scambiano le carte in senso orario per disfarsi della carta più bassa, ma altrettanto noto è il ti vitti, o ancora il cavadduzzo, una simulazione di corsa dei cavalli, vero e proprio gioco d’azzardo. Il gioco in Sicilia ricopre, attualmente tanto quanto anni fa, un ruolo importante nella quotidianità: unisce diverse persone attorno allo stesso tavolo o dispositivo digitale, ed è un elemento che va a soddisfare diverse esigenze di socialità, di integrazione e di svago.

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