Processo Scrigno, le amministrative di Campobello e l’arresto di Giambalvo

Linda Ferrara

Processo Scrigno, le amministrative di Campobello e l’arresto di Giambalvo

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giovedì 25 Marzo 2021 - 13:23

In questa parte dell’udienza del processo a carico di Antonino Buzzitta e altri sette soggetti, tra cui l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, il maggiore Diego Berlingeri ha riferito, interpellato dal pubblico ministero Gianluca De Leo, sul profilo criminale di Vincenzo La Cascia e Filippo Sammartano. I due, assieme a Carmelo Salerno, sarebbero i soggetti con un ruolo strategico nella raccolta voti, e con i quali Ruggirello avrebbe avuto dei rapporti. Sammartano è deceduto nel gennaio 2016. Coinvolto nell’indagine “Progetto Belice”, per associazione a delinquere di tipo mafioso, è stato definito esponente apicale di cosa nostra a Campobello di Mazzara, e implicato nell’inchiesta “Golem”. Il Salerno, di Paceco, è stato arrestato più volte, ed è considerato un esponente apicale famiglia mafiosa di detto territorio. Vincenzo La Cascia, come già affermato durante l’udienza (di cui abbiamo dato resoconto ieri) è legato a Calogero Giambalvo da un rapporto di parentela. Lo zio, vicino alla famiglia dei Messina Denaro, e il nipote sono stati arrestati nell’operazione “Anno zero”.

Successivamente, è stata affrontata la vicenda relativa alle consultazioni amministrative a Campobello di Mazara del 16 e 17 novembre 2014, le quali per Ruggirello sarebbero state l’occasione per legittimare e lanciare il movimento politico “Articolo 4”, di cui si è parlato nel corso dell’udienza. Nello specifico, si è trattata la parte dell’inchiesta in cui sarebbe avvenuta la promozione di alcuni candidati nella lista della forza politica citata, ad opera di diversi esponenti mafiosi. L’ufficiale dei carabinieri, infatti, ha spiegato che una serie di soggetti sarebbero stati scelti su indicazione del Sammartano, tra cui Daria Razziano, Mariella Tripoli, e Fabio Mario Basiricò. Poi, è stata menzionata l’intercettazione del 10 aprile 2014 tra Giambalvo e Ruggirello, durante la quale il primo raccontava di aver incontrato i Mangiaracina ai quali avrebbe proposto di entrare a far parte del loro gruppo politico, dal momento che avevano interrotto i rapporti con il politico Giovanni Lo Sciuto. In particolare, avrebbero cercato di comprendere le intenzioni di Daniele, figlio di Antonino Manciaracina, (già in passato Sindaco di Campobello di Mazara), iscritto alla loggia massonica a Campobello di Mazzara, componente del circolo di Orvieto fondato da Dell’Utri, su una sua possibile ricandidatura alla carica di primo cittadino. In un incontro tra i tre, svoltosi l’11 aprile del 2014 Giambalvo faceva intendere che era possibile concretizzare la candidatura di Daniele Manciaracina in virtù dei buoni rapporti tra lo zio, Vincenzo La Cascia, e Paolo Ruggirello “…è buono con mio zio è buono con tutti Paolo perché io gliel’ho portato (a Ruggirello ndr) in queste famiglie capito?” affermava nell’ambito di una conversazione captata. In seguito, Giambavo descriveva l’influenza dell’ex deputato regionale a Campobello di Mazara, e l’investitura da parte dello zio per risolvere alcune questioni politiche che avevano coinvolto il politico Francesco Sammartano, descritto come “nelle mani” di Ruggirello, e di Settimo Miccichè, architetto, ex consigliere comunale di Campobello di Mazara coniugato con Anna Vincenza Indelicato, figlia di Francesco Indelicato, inteso “Cicciu lu niuru”, tratto in arresto con altri esponenti di Campobello per associazione mafiosa. In un successivo incontro tra Antonio Manciaracina, Vincenzo La Cascia e Calogero Giambalvo veniva chiarita la linea politica di Ruggirello, ossia appoggiare il sindaco Castiglione.

Dopo, l’ufficiale ha riportato l’incontro tra Vincenzo La Cascia e Paolo Ruggirello, raccontato da Giambalvo nel corso di un colloquio con Gaspare Lo Grasso. Lo zio avrebbe salutato con un bacio l’allora parlamentare regionale, frettolosamente, affermando di andarsene “Perché non voglio metterti nella merda”. Secondo Giambalvo, poi, così come accaduto a sostegno dello stesso per le amministrative di Castelvetrano, “I voti non vengono dal cielo, dal portafoglio, ma da amici”, ovvero da Cosa Nostra. In riferimento alle amministrative del 2012, riportava cosa sarebbe accaduto a Castelvetrano con Errante come candidato sindaco, “…la mafia con Felice fù! E dove si mettono loro, la massoneria, dove… se i voti della massoneria vanno ad un Sindaco candidato, il Sindaco candidato viene eletto!”. Un’analisi che gli avrebbe consentito di pronosticare anche chi sarebbe stato sindaco, Giuseppe Castiglione, a Campobello di Mazzara.

Poi, è stata discussa l’intercettazione del 17 ottobre del 2014, relativa ad un incontro tra Calogero Giambalvo, Paolo Ruggirello e Filippo Sammartano. I primi due si sarebbero recati insieme in auto presso il bar dell’esponente mafioso, salito anch’egli a bordo della vettura. “Illustrissimo onorevole” così si rivolgeva Sammartano nei confronti del politico. Nel corso della conversazione, Ruggirello forniva la spiegazione a Sammartano in merito agli attriti con Vincenzo Giardina. Quest’ultimo avrebbe lamentato un furto subito. A seguito dell’evento si sarebbe rivolto a Paolo Ruggirello per avere soddisfatte delle richieste di denaro. La soluzione propostagli dall’ex deputato regionale sarebbe consistita nel chiedergli dei nominativi di professionisti a cui affidare delle consulenze, poi, non potute realizzare per problemi legati all’Ars. Inoltre, Ruggirello sosteneva nel corso della conversazione che l’inasprimento dei rapporti si sarebbe verificato per le ambizioni di Giardina, il quale avrebbe supportato la candidatura di Castiglione se fosse diventato vicesindaco. Poi, Castiglione avrebbe accordato Giardina come vicesindaco. Quest’ultimo, però, un giorno l’avrebbe aggredito inaspettatamente. Sammartano, rammaricato del comportamento di Giardina, lo avrebbe richiamato convincendolo a non allontanarsi politicamente dal parlamentare regionale “Ruggirello è il politico più serio della provincia di Trapani”, affermava il Sammartano garantendo, inoltre, il suo sostegno al movimento politico “Articolo 4”. L’esito delle elezioni del 17 novembre 2014, ha precisato l’ufficiale, è stato questo: prima candidata Maria Tripoli, seconda Daria Razziano e quarto Fabio Basiricò. Il sindaco eletto è risultato Giuseppe Castiglione.

Il 19 novembre del 2014, Calogero Giambalvo veniva raggiunto dal provvedimento di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’indagine c.d. Eden II e ne usciva il 16 dicembre del 2015, perché assolto dal Gup. Nel mese di gennaio 2016, ha raccontato il teste, riprendevano i contatti telefonici tra Giambalvo e Ruggirello, il quale avrebbe coinvolto il primo in un progetto per trovare gli immobili idonei ad un bando per ospitare degli immigrati dell’importo di 12 milioni e 600 mila euro. Queste sarebbero state le ultime interlocuzioni tra i due, in quanto nel febbraio del 2016 la trasmissione televisiva “Le Iene” nel corso di una puntata sul consigliere comunale Giambalvo riportava delle intercettazioni in cui lodava Matteo Messina Denaro. Dopo la trasmissione del programma televisivo, l’8 marzo 2016, il Consiglio Comunale di Castelvetrano veniva sciolto poiché ben 22 consiglieri su 30 decidevano di dimettersi per protesta contro il suo reintegro all’interno dell’organo elettivo.

Temendo di essere coinvolto nella vicenda riportata in un articolo del giornale “La Repubblica”, a firma del giornalista Salvo Palazzolo, intitolato “I PM: un politico vicino ai clan in affari con un deputato del PD”, avente ad oggetto l’impugnazione della Procura di Palermo della sentenza di assoluzione della Corte Appello, con integrazione di intercettazioni che coinvolgevano Giambalvo e Ruggirello, l’ex parlamentare regionale poi avrebbe incontrato a Castelvetrano, presso il Bar “Buscaino”, l’avvocato di Giambalvo, Vincenzo Salvo, per ottenere copia degli atti di integrazione all’impugnazione della sentenza citata.

Il pubblico ministero ha prodotto alla fine dell’udienza 3 dispositivi e il decreto del 23 febbraio 2021 relativo all’ultimo sequestro dei beni a Calogero Giambalvo. Due dispositivi riguardano i processi “Pionica” con presidente Alessandra Camassa concluso nel 2020, con le condanne di Salvatore Crimi, Gaspare Gucciardi e Vito Fratello, e quello con rito abbreviato della corte di appello, del 21 gennaio 2021 con presidente Antonio Napoli, a carico di Vito Nicastri, Roberto Nicastri, Girolamo Scandariato. Per quanto concerne l’indagine svolta su Giuseppe Costa, annunciata nel corso della scorsa udienza, in fase di giudizio abbreviato, sarebbero emersi dati relativi al rapporto con Pietro Virga che potrebbero confluire in questo processo. Costa, dopo arresto Pietro Virga, avrebbe riscosso un credito vantato da Nino Buzzitta, imputato in questo processo. È stata inoltre avanzata richiesta di trascrizione di 4 progressivi e l’integrativa ordinanza confermata in cassazione su Mariano Asaro, con parte di materiale che secondo il pubblico ministero sarebbe necessario far confluire in questo processo. Sarebbero, infatti, emersi dei rapporti con l’ex onorevole Ruggirello (16 intercettazioni). Per la difesa di Ruggirello, si tratta di atti che riguardano pronunciamenti di natura positiva: il Gip non ammise la custodia cautelare, il fatto non sussiste, non vi è reato. E, quindi, ha sollevato opposizione. Il collegio dei giudici si è riservato di decidere e di approfondire sull’utilizzabilità in altri procedimenti. La prossima udienza è stata fissata per il 20 maggio.

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