Andrea Scanzi: Il Teatro è la mia Chiesa, da questa frase è nata la canzone con quel “pazzo” di Giovanni Gulino

Tiziana Sferruggia

Andrea Scanzi: Il Teatro è la mia Chiesa, da questa frase è nata la canzone con quel “pazzo” di Giovanni Gulino

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giovedì 24 Dicembre 2020 - 07:04

Una parlantina gradevolissima da ascoltare. Un idioma da toscano “morbido” che non mette in fuga le parole ma che, semmai, le accarezza. Andrea Scanzi il giornalista più cliccato, seguito, amato e odiato di questi tempi, è il coautore della bella canzone scritta a 4 mani con il nostrano Giovanni Gulino, il poliedrico frontman dei “Marta sui Tubi”. Lo abbiamo intervistato al termine di una bella corsa fatta per ricaricarsi in attesa degli innumerevoli impegni quotidiani. Dalla canzone “Simbiotica” con Giovanni Gulino a Renzi, da Berlinguer a Berlusconi, dal Covid ai vaccini: a Scanzi, non potevamo che chiedere il prezioso punto di vista dell’opinion leader.

Andrea Scanzi com’è nata l’idea di scrivere una canzone con il marsalese Giovanni Gulino?

L’idea è nata perché Giovanni è un pazzo, sostanzialmente (ride). Ci siamo conosciuti a Luglio perché è stato ospite di un mio programma che si chiama “Amici Fragili”. Ha accettato l’invito di venire a Roma per una puntata dedicata a Lucio Dalla e Giovanni mi ha colpito molto. Lo conoscevo come cantante dei Marta sui Tubi ma non lo conoscevo personalmente. Mi ha colpito artisticamente perché ha rivisitato “Disperato erotico stomp” facendone una versione spaziale. Ho capito che c’era una forte comunanza su molte cose, umanamente mi è piaciuto molto. Poi, ad Ottobre, la scintilla che ha innescato la nostra collaborazione.

Si dice che galeotto fu un Dpcm di Giuseppe Conte

Sì, era uscito da poco un Dpcm in cui Conte aveva annunciato che chiudeva i Teatri, i Cinema ma non le Chiese, i luoghi di Culto insomma. Durante una delle mie dirette Facebook ho detto la frase “ il Teatro è la mia Chiesa”.

E’ una frase di grande effetto, Scanzi.

Ci sono delle persone per le quali il Teatro è un luogo “Sacro” come una Chiesa. Giovanni però ci ha visto qualcosa, si è segnato questa frase e di getto ha scritto un riff musicale insieme al chitarrista ed una manciata di parole. Poi, in serata, in un messaggio vocale su whatsapp mi ha chiesto se me la sentivo di scrivere metà testo.

Lei è un apprezzato autore di molti libri e anche di sceneggiature teatrali. Aveva mai scritto canzoni?

Me lo avevano già chiesto in passato anche artisti importanti ma avevo sempre detto di no.

Perché?

Perché credevo di non essere in grado. Anche adesso lo credo (ride)

Come mai allora ha accettato?

Giovanni mi ha preso in un momento in cui avevo voglia di provare anche se la mia compagna sono anni che mi dice di farlo. La cosa buffa è che è nato tutto in una notte.

Ci racconti di questa creazione notturna, Scanzi.

Dal momento in cui io ho detto sì, ed erano circa le 8 di sera, lui mi ha scritto su whatsapp che mi avrebbe inviato quanto aveva già fatto. Poi è stato un susseguirsi di messaggi, tipo 10 ogni ora. Abbiamo trovato le parole e la musica giusta, insieme. Alle 3 di notte era tutto fatto. Diciamo che è stato un parto veloce.

La canzone “Il Teatro è la mia Chiesa” appare come un testo laico per via della trasposizione Chiesa uguale Teatro. Non crede che in un momento come questo, di grandi paure e di smarrimenti sociali, ci sia più che mai bisogno di Spiritualità o comunque di un rito aggregante come magari è la Santa Messa? E’ provocatorio pensarlo?

Credo sia una giusta osservazione, non una provocazione. Siamo decentrati, confusi, stremati. Se c’è un momento storico in cui abbiamo bisogno di stringerci in preghiera, è questo. Ognuno poi trova la Spiritualità dove crede, chi la trova nella Fede, chi nella musica, nell’arte. La mia critica, e anche quella di Giovanni, era puramente politica. Non critichiamo la Spiritualità ma pensiamo che purtroppo la Chiesa sia pericolosa quanto un Teatro per la diffusione del contagio. Nei teatri c’è ancora più controllo che nelle Chiese.

Lei è un opinion leader. Le sue affermazioni suscitano comunque la si pensi forti reazioni, consensi o dissensi. Lei si considera ancora un uomo e un giornalista di sinistra?

Sì, è ovvio. La mia sinistra, quella che mi piace, non ho fatto in tempo a viverla in pieno. Berlinguer è morto quando avevo 10 anni, Pertini non era più presidente della Repubblica quando ne avevo 7. La mia idea di sinistra è quel mondo lì. Adesso giro un po’ a vuoto ma non mi astengo altrimenti se ne avvantaggia l’avversario, la destra, quella gente lì che mi fa paura.

Chi le piace della sinistra?

Pierluigi Bersani è una brava persona, è uno di cui mi fido e non ce ne sono tante. Non è detto che poi lo voti, ma penso questo di lui. Mi fido di Bersani ma non mi fido di Matteo Renzi.

Renzi è un’altra nota dolente per lei, Scanzi. Il suo fortunato libro “Renzusconi” credo sia la sintesi di cosa lei pensi di entrambi, è così?

Ho sempre pensato che i due siano simili anche quando attaccare Renzi equivaleva ad avere una scomunica dalla sinistra. Renzi , nel 2013, era sempre quello che è ora, non è diverso. Lo conosco bene. È nato a 30 km da Arezzo, dove sono nato. Molti anche in Toscana lo hanno amato.

Perché non le piace?

Ho sempre visto in Renzi la toscanità che non mi piace e quella “finta” sinistra che pur di vincere diventa una copia malandata del berlusconismo.

Secondo lei dove sta l’appeal di Renzi?

Io direi dove “stava” l’appeal. Stiamo parlando di uno che ha il 2% di consensi e uno dei paradossi di questo Paese è che uno con queste percentuali può far cadere il governo e che purtroppo conta perché ha dei numeri decisivi al Senato. E dentro il PD c’è tanta gente che è pure renziana. Marcucci (il senatore che ha guidato recentemente l’attacco al governo ndr) non ha mai smesso ad esempio di esserlo. Sull’appeal di Renzi mi è sempre venuto da ridere.

Cosa hanno in comune Berlusconi e Renzi?

Anche Renzi è stata la più grande sbornia della politica italiana. Bastava guardarlo e sentirlo per capire che non aveva niente di importante da dire. Sembrava l’allievo ripetente di Berlusconi. Questo Paese ciclicamente si innamora di un fanfarone che promette di risolvere tutto. Almeno Berlusconi, nella sua negatività aveva fatto qualcosa come imprenditore

Perché Renzi ha avuto così tanto credito nei salotti della sinistra?

Per colpa anche di una certa informazione. Ricordo quando De Benedetti, L’Espresso e Repubblica lo sdoganarono. C’è stata una fase in cui parlare male di Renzi equivaleva ad essere di destra o un qualunquista.

Poi però qualcosa è cambiato.

Sì, quando ai miei spettacoli teatrali, sempre pieni, dove andava in scena “Renzusconi”, la gente rideva, ho capito che l’aria stava cambiando. Per il PD, le elezioni furono un disastro. Renzi era stanato. Purtroppo siamo ancora ostaggio di uno che non ha più voti ma ha ancora molta arroganza e ha i numeri al Senato.

Lei ce l’ha ancora e più che mai con lui.

Credo che anche solo parlare di fare una crisi di governo con queste condizioni di pandemia sia inaccettabile.

Lei si vaccinerà, Scanzi?

Mi devo fidare delle persone che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi. Ieri ero in Tv con Massimo Galli che non è proprio la persona più ottimista del mondo e dice che anche per la variante inglese, i vaccini Pfizer e Moderna funzioneranno, Crisanti è più scettico ma chi sono io per dire che non funzioneranno? Se il 90% degli scienziati parla di capolavoro, ci voglio, ci devo credere.

Si vaccinerebbe domani ?

Non vedo l’ora di uscire da queste restrizioni. Anche se un po’ di paura ce l’ho, mi vaccinerò.

Tiziana Sferruggia

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