Settembre è alle porte, con le inevitabili aspettative legata alla campagna elettorale che accompagnerà 61 Comuni siciliani, tra cui Marsala, alle amministrative del 4 e 5 ottobre. Fortunatamente, però, ci sarà anche altro. Come il Festival Le Vie dei Tesori, che dopo il successo del 2019 torna anche quest’anno, aprendo ai turisti e ai marsalesi le porte di chiese, monumenti e siti culturali, non sempre accessibili durante l’anno. Sul sito del Festival si legge che il programma è in fase di allestimento e verrà diffuso nei prossimi giorni. In attesa di conoscerlo, il pensiero va all’edizione dello scorso anno, che grazie ai volontari dell’associazione Nonovento consentì a tanti cittadini – tra le altre cose – di salire per la prima volta sulla Torre campanaria del Carmine, recentemente oggetto di un intervento di manutenzione finanziato da Lottomatica.
Momenti come questi consentono a una comunità di riappropriarsi della propria storia, talvolta dimenticata e spesso estranea dall’agenda politica. I fondi che le Amministrazioni e i Consigli comunali riservano alla cultura sono di anno in anno più esigui e i tentativi di qualche esponente più sensibile sono frequentemente bloccati nel nome di altre priorità. Eppure, quest’estate più che mai, abbiamo visto le strade, le piazze e i luoghi di maggior fascino paesaggistico riempirsi di turisti e visitatori, che hanno scelto la Sicilia Occidentale per le proprie vacanze, rinunciando a soggiorni esotici che sarebbero stati ben più rischiosi in un anno segnato dall’emergenza epidemiologica. A luglio e, soprattutto, ad agosto, il centro urbano è stato ogni sera pieno di comitive provenienti per lo più dal nord Italia e un autentico boom si è notato nelle zone di San Teodoro e della Riserva dello Stagnone, regalando ai presenti sfumature e colori da mozzare il fiato. La sensazione, comunque, è che i flussi turistici continuino ad arrivare in base a dinamiche che poco hanno a che fare con le scelte della politica locale. Se però quest’angolo di Sicilia mantiene il suo fascino nonostante la mancanza di programmazione, una promozione insufficiente e i disservizi nei collegamenti, immaginiamo cosa potrebbe accadere se ci si fosse un’organizzazione mirata da parte delle istituzioni.
Affidiamo, ancora una volta, questa riflessione a chi si candida a governare nei prossimi cinque anni la città nella convinzione che i piccoli progressi registrati negli ultimi anni rappresentino solo una piccola percentuale di ciò che si potrebbe davvero fare, soprattutto con un’adeguata valorizzazione delle risorse culturali che abbiamo avuto la fortuna di ereditare da chi ci ha preceduto.