La Confederazione Nazionale Artigianato CNA, interviene di nuovo sull’emergenza Coronavirus e sulle problematiche e le ripercussioni, anche in termini economici, in Provincia di Trapani.
“Il corona-virus in meno di tre mesi ha creato disastri, per certi versi, paragonabili a quelli determinatisi durante la seconda guerra mondiale. La crisi sanitaria, soprattutto nel Nord Italia, ha rubato all’affetto dei loro cari tante persone; la conseguente gravissima crisi economica, invece sta rubando il futuro di tanti artigiani, di tanti ristoratori, di tante imprese turistiche, di tanti lavoratori che ogni mattina alzando la saracinesca del loro locale hanno dato vita alle nostre città. È risaputo infatti, nonché dimostrato, che la piccola impresa, le botteghe artigianali, le attività di servizi per la persona, i negozi, sono il vero motore economico e sociale di ogni città. Se non salviamo chi anima la vita dei centri storici e delle città in generale, se non salviamo chi garantisce l’offerta turistica, se non salviamo chi produce reddito per le proprie famiglie e per quelle dei propri collaboratori, insieme a loro perirà l’intera città. Nessuna attività produttiva, né grande né piccola, è in grado di resistere ad un fermo così prolungato, a cui segue una ripartenza piena di limitazioni (accessi limitati e distanziamento sociale), di costosi adeguamenti (dispositivi di sicurezza e misure di prevenzione) ma soprattutto di tanta paura che limiterà il passo di ognuno. Per questi motivi CNA si fa portavoce della richiesta di aiuto da parte di un tessuto economico che ha bisogno di vicinanza ma soprattutto di tanta concretezza. Le nostre imprese hanno bisogno di risposte precise ed immediate. Pertanto, precisiamo sin da subito, che il solo rinvio di qualche mese delle scadenze fiscali, la riteniamo una misura insufficiente e futile. Per le nostre imprese chiediamo quindi l’azzeramento dei tributi locali per il periodo di chiusura, nonché azioni di sostegno che incoraggino ed incentivino la ripresa economica. Nello specifico chiediamo ai Sindaci delle nostre città: – l’azzeramento delle mensilità di TARI, TOSAP ed imposta sulla pubblicità, per i mesi di chiusura e/o per i periodi di notevole riduzione del volume d’affari; – una consistente riduzione delle aliquote IMU per gli immobili di proprietà delle imprese, compresa la possibilità di riconoscere un abbattimento dell’imposta anche ai proprietari degli immobili che ridurranno il canone di locazione alle aziende locatarie; – l’assegnazione di una quota della tassa di soggiorno alle imprese turistico – ricettive, riconoscendo loro l’attività di promozione che fanno per il nostro territorio. Riteniamo che l’adozione di tali misure, oltre a rappresentare un concreto aiuto per le imprese, si renda necessaria anche per evitare ai comuni di approvare bilanci che prevedano un gettito fiscale che le imprese contribuenti non potranno garantire e non garantiranno. A queste azioni di sostegno, chiediamo che si aggiunga un programma di investimenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio immobiliare e della rete viaria e dei servizi al fine di innescare un processo economico che abbia una ricaduta immediata sui nostri/vostri territori.
Per il reperimento delle necessarie risorse, CNA è e sarà a fianco degli Enti locali per chiedere al Governo nazionale di sbloccare le preziose somme vincolate negli avanzi di amministrazione di tantissimi Comuni. Inoltre, considerato che sia la Cassa Depositi e Prestiti e successivamente gli istituti bancari privati hanno sospeso per un anno il pagamento della quota capitale dei mutui contratti dagli enti locali, chiediamo che tale risparmio di spesa possa essere destinato alle imprese che a causa dell’emergenza sanitaria nazionale hanno riportato ingenti perdite economiche. Gli artigiani, i commercianti, i parrucchieri ed estetisti, i ristoratori, gli albergatori, le imprese in genere per uscire dalle macerie della crisi e tornare a far rivivere le nostre e vostre città hanno bisogno di scelte coraggiose e adeguate al difficilissimo momento storico che stiamo vivendo“.