«Coraggio Marsala, avanti!» intervista a Padre Ponte

redazione

«Coraggio Marsala, avanti!» intervista a Padre Ponte

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giovedì 07 Maggio 2020 - 06:53

L’indimenticato Padre Ponte porta nel cuore la città di Marsala e la sua benedizione giunge come un radioso augurio proprio all’inizio della tanto attesa Fase2. Con voce dolce e commossa ha ricordato con affetto e un po’ di nostalgia i suoi concittadini, gli anni da arciprete, l’intera comunità considerata “forte e laboriosa” dall’anziano uomo di Chiesa. Ha ripercorso i momenti difficili, le angustie del passato che hanno più volte piegato la “grande” città che, secondo Padre Ponte, anche stavolta “saprà come risollevarsi facendo affidamento alla Fede sì ma anche alle risorse di cui dispone e di cui saprà farne buon uso”. E’ un auspicio, un atto di fede ancor più che un incoraggiamento (l’ennesimo) a proseguire il cammino di uomini chiamati a rinascere ancora una volta. Padre Ponte, una calma sorridente che prende il cuore, ha benedetto la città dove è nato e a cui è legato da un amore indissolubile. Per 15 anni è stato arciprete al duomo di San Tommaso di Canterbury, la chiesa matrice di Marsala. E’ nato il 4 Agosto del 1941 ed è stato ordinato sacerdote nel luglio del 1964

Padre Ponte, come sta vivendo questo momento di emergenza di disagio e di crisi?

In realtà lo sto vivendo bene, con molta pace, sia interiore che esteriore ma il mio pensiero va ai meno fortunati, a chi vive male questo momento di forte disagio.

Dove si trova in questo momento?

In questo momento mi trovo al Seminario di Mazara del Vallo dove tutto è ampio e c’è molta possibilità di movimento. Non sento neanche la solitudine perché sono insieme ad altri due preti, uno originario dell’Africa e l’altro è lo stesso Rettore del Seminario. Penso però a chi è costretto a vivere questo periodo in un appartamento piccolo, magari con dei bambini. Sono tempi difficili, questi.

Papa Bergoglio, durante la benedizione “Ubi et Orbi” era solo, sotto la pioggia, in una Piazza San Pietro deserta, davanti il Crocifisso Miracoloso. Un cielo crepuscolare sovrastava Roma, avvolta da un inquietante silenzio. Cosa ha provato, lei, come uomo e come sacerdote?

E’un’ immagine molto forte che resterà nella Storia. Il Papa, in quel momento rappresentava l’intera umanità, i problemi di un’umanità “crocifissa” e tribolata da una situazione inaspettata. Portava negli occhi e nell’intera persona di uomo anziano, la sofferenza dell’intero genere umano. Ho visto però anche un’Unità profonda ed invisibile fra quel Crocifisso e l’umanità intera.

Papa Francesco, le piace, insomma?

Sì, lo apprezzo molto. E’ un Papa che legge il Vangelo e lo mette in pratica. Questo Papa ha dato dei segnali, anche in questo periodo, molto forti, come sempre del resto. Lui è un Papa che ha a cuore l’Umanità e i problemi del mondo. E poi mi piace che non si occupa molto delle voci dissonanti che ci sono all’interno della Chiesa, va avanti per la sua strada.

Per voci dissonanti cosa intende, Padre Ponte?

Anche se alcuni hanno delle perplessità su di lui, ritengo che si tratti di voci isolate che non hanno senso perché la Storia va avanti e va avanti in questa direzione. Lui, Papa Francesco, va avanti secondo Gesù e secondo il Vangelo e il resto è relativo.

La Chiesa, in questo momento particolare, non dovrebbe dare un segno di grande forza ma anche di unione?

Sì, è proprio vero. Se penso a Piazza San Pietro, quel pomeriggio, penso alla solitudine del mondo di oggi ma penso anche a “Qualcuno” che sa guidarla. La Fede ci permette di vivere questo momento senza abbandonarci alla disperazione. Il Signore manda le prove ma anche il coraggio e la forza di andare avanti.

In che modo, secondo lei, si può e si deve andare avanti?

Il senso della preghiera e il suo valore, in questo momento di particolare apprensione, assumono grande significato. La preghiera è’ la forza che ci dà il sostegno anche se a volte il cammino è faticoso e tribolato. E’ comunque una mano che tiene la nostra e ci dice “ non avere paura perché Io sono con te, ti porto nel mio cuore e nelle Mie Braccia”.

Padre Ponte, lei è stato ed è molto amato qui a Marsala. Secondo lei, come reagirà la comunità marsalese a questa crisi?

Ogni volta che penso a Marsala, alla mia comunità, mi commuovo. E’ vero, mi hanno voluto molto bene e questo mi riempie il cuore anche di tanta nostalgia. Marsala è una città che ha grandi risorse e penso che bisogna avere speranza a fiducia. I marsalesi hanno la capacità di risollevarsi e lo dimostreranno anche questa volta. Marsala è stata più volte, durante la sua Storia, provata da grandi difficoltà, penso al terremoto, al bombardamento del ’43 e si è sempre rialzata. I marsalesi sono forti e hanno grandi capacità di reagire. Dico ai marsalesi “guardate con gli occhi di Dio che guarda ai suoi figli”. Vi benedico.

E’ il suo messaggio per la città?

Sì, ma io dico con forza, “Coraggio Marsala, avanti! Guardate avanti e non fermatevi. Questo tempo passerà come sono passate le altre tempeste della nostra vita.

In questo momento, cosa serve maggiormente, Padre Ponte?

Servono fiducia e speranza ma anche unità. Insieme si vincono le battaglie e insieme si vincono i momenti difficili della vita. Purtroppo la politica è sorda a questo. Anche chi ha delle responsabilità a livello mondiale non solo nazionale, non sente questo.

Cosa potrebbe e dovrebbe fare la politica, secondo lei?

Dovrebbe fare appelli a restare uniti, non divisi, specialmente in questo momento di difficoltà e farsi promotrice di messaggi positivi, spronare ad aiutarsi l’un l’altro. Questo porterebbe serenità, pace.

La politica, ancora una volta, si mostra inadeguata o non troppo all’altezza delle capacità e delle potenzialità degli italiani?

E’ vero, è proprio così. Penso che un uomo di Stato, un politico, dovrebbe liberarsi dalla personalizzazione dei meriti e non cercare il proprio interesse, il proprio successo. Non dovrebbe tutelare la propria immagine ma quella dell’intero Paese e cercare di non chiudersi dentro un personalismo inutile. Non dire “questo è il mio partito, queste sono le mie idee e questi sono i miei elettori”. Ricordiamo che la preghiera “al Padre” non inizia con “Padre Mio” ma con “Padre Nostro”.

La politica è troppo ancorata al “do ut des”?

Sì, ma dovrebbe liberarsi di questo. L’importante è andare avanti tutti e non aspettare lo scambio di favori.

Lei, Padre Ponte, dall’alto della sua esperienza, crede che l’uomo, saprà far tesoro di questa sorta di “purificazione” che lo sta costringendo a fare i conti con i propri limiti?

Il rischio che non cambierà niente c’è perché non capiamo mai le lezioni della Storia e della Natura. Il rischio di cadere all’indietro c’è sempre.

Cosa si potrebbe fare?

Acquistare una mentalità ed un atteggiamento nuovi. Mi rendo conto che non è facile. Chi comanda dovrebbe rendersi conto che il potere ce l’ha per gli altri, per far bene alla comunità, per amore verso gli altri. Ma non è facile, gli uomini sono deboli.

Lei è ancora una vera della Natura, Padre Ponte

Il Signore mi ha mantenuto un cuore giovane

Padre Ponte, cosa pensa del suo successore, ovvero del nuovo arciprete di Marsala, don Marco Renda?

E’ molto preparato. Ha un’esperienza pregressa anche ad alti livelli. E’ stato arciprete anche a Castelvetrano. Sono sicuro che a poco a poco, le persone si affezioneranno a lui sempre di più così come si sono affezionati a me.

Insomma ha avuto un degno successore, possiamo dirlo, Padre Ponte?

Più che degno direi. Lo apprezzo e lo stimo. Non avevo le sue qualità e la sua preparazione. Sono sicuro che farà bene.

Tiziana Sferruggia

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