Coronavirus, i lavori che non si fermano. La preoccupazione, non soltanto sanitaria, di un edicolante

Gaspare De Blasi

Coronavirus, i lavori che non si fermano. La preoccupazione, non soltanto sanitaria, di un edicolante

Condividi su:

giovedì 26 Marzo 2020 - 07:21

Avvertiamo esigenze e relative preoccupazioni che mai ci saremmo sognati di vivere prima. Ci sono però persone che per il lavoro che svolgono sono destinati ad avvertire sentimenti e vivere preoccupazioni diverse dalla maggioranza della popolazione che deve (speriamo) rimanere a casa.

La nostra iniziativa ha riscosso il vostro gradimento stando ai contatti numerosissimi sui nostri social. Vi abbiamo proposto nei giorni scorsi alcune interviste. Dopo un camionista, una cassiera di un supermercato e un idraulico, ora vi proponiamo un commerciate. Uno dei pochi autorizzati dalla legge a svolgere la propria attività: un edicolante.

Pino svolge la sua attività da tanti anni, si trova alla vigilia della pensione eppure malgrado la crisi che attraversa il settore, ogni mattina quasi all’alba apre la sua edicola.

Cominciamo con l’aspetto economico. Come stanno andando le vendite?

“Il mio settore ha attraversato negli ultimi anni una crisi dovuta alla modalità di approccio alla comunicazione che è cambiata. Dal cartacio si è passati all’online. E’ una storia già vista, un anziano edicolante mi raccontava quando ero ragazzo che con l’arrivo della televisione in tutte le case i quotidiani subirono un calo nelle vendite. Ma aumentarono contestualmente il numero di copie di settimanali e di periodici in genere. Tempo fa proprio la vostra testata ha fatto una serie di articoli per raccontare quanti edicolanti hanno cessato la propria attività a Marsala. Io sono uno di quelli che resisto. Ma questa vicenda del coronavirus potrebbe essere una mazzata decisiva per il settore“.

Quindi un’ ulteriore diminuzione di vendite?

“Sono gli stessi distributori che ci mandano ogni giorno sempre meno copie di quotidiani. Sono le case editrici che stanno facendo la scelta di puntare sull’informazione online, vedo che le maggiori testate fanno sconti sugli abbonamenti online che finisce per allontanare i lettori dal cartacio. Anche perché giustamente i cittadini stanno a casa per le disposizioni governative e per la paura di contrarre il virus. Poi c’è l’aspetto, sempre in tema di quotidiani, dei bar chiusi. Ormai da alcuni anni nei bar si trovavano almeno due quotidiani oltre al vostro Marsala c’è. Con queste attività chiuse perdiamo di vendere i giornali ai gestori dei bar“.

Qualcuno ha detto che invece sono aumentate le copie dei settimanali.

“Caso mai non si sono registrate nel settore sensibili diminuzioni. La gente a casa passa il tempo anche leggendo i settimanali. Sono invece aumentate, ma di poco, le vendite dei cruciverba. Occorre capire che i miei clienti sono quelli che abitano nelle vicinanze che in occasione di acquisti di alimentari (soprattutto il pane) comprano qualche copia. Insomma si sopravvive e meno male che sono state rinviate le scadenze delle tasse, io però per i mesi di questa specie di quarantena abolirei il pagamento di tutte le imposte. Ho la preoccupazione che alla ripresa dell’attività si sommeranno a quelle nuove”.

Dal punto di vista sanitario come si sta organizzando?

Intanto apro l’edicola soltanto la mattina. Le poche persone che vengono ad fare acquisti cerco di tenerle a distanza. Ma tutti ormai hanno capito e rispettano le disposizioni. Io non sono più giovanissimo e ho paura per me e per riflesso per la mia famiglia. Naturalmente leggo e mi informo, ma ho il timore che andremo avanti ancora per tanto tempo“.

La sua vita personale e familiare com’è cambiata?

“Paradossalmente mi sto riposando. Lavoro per mezza giornata e per il resto rimango a casa, esco quasi nulla e soltanto per acquisti di prima necessità”.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta