Il Consiglio

Gaspare De Blasi

Marsala

Il Consiglio

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giovedì 09 Gennaio 2020 - 07:57

Noi in queste nostre note e in cronaca politica, non siamo mai stati molto teneri nei confronti dell’attività del Consiglio comunale di Marsala. Può darsi che siamo stati talvolta un po’ prevenuti, ma lo spettacolo offerto dall’Aula (naturalmente non sempre) non è stato dei migliori. Mi si dice che la possibilità di incidere nei confronti della vita amministrativa si è, per legge, affievolita sempre più a vantaggio dell’esecutivo. Vero. Oggi decidono i sindaci (e gli assessori) e spesso il Massimo Consesso Civico è costretto a ratificare o a stare a guardare. E dire che ad ogni competizione elettorale tanti, tantissimi, candidati si impegnano a ricercare il nostro consenso per approdare a Palazzo VII Aprile. Per fare poi cosa? Ma! Se fossimo qualunquisti diremmo che l’attrattiva di un corposo rimborso spese, pari quasi ad uno stipendio medio, ha attirato le possibili candidature.

Ora, e ne parleremo nei prossimi giorni in cronaca politica, grazie ad una legge regionale sono diminuiti il numero dei consiglieri da eleggere e la quantità del loro rimborso spese. “Vuoi vedere che diminuirà il numero dei candidati?”. Ci ha detto un nostro amico, lui si qualunquista. Sarà. Di certo sentiamo parlare di tavoli, dove si cerca il candidato sindaco, i partecipanti affermano di avere pronte fantasmagoriche liste per il rinnovo del Consiglio comunale, ma di nomi di candidati nemmeno l’ombra, e dire che sarebbe ora, vero signori aspiranti consiglieri? Altrimenti come si usa dire dalle nostre parti, “le persone prendono impegni e saltano le preferenze. A proposito, a noi ci sarà sfuggito, ma avete sentito dire che in questi tavoli si sia parlato di programmi per la città? Tra un nome possibile, uno improbabile e la solita “sparlatina” sul presunto candidato degli avversari, si è accennato di turismo, della bitumazione di contrada Tafalia? E che dire della spazzatura? Appunto che dire. Si ha l’impressione che poi si vedrà.

Allora noi ci chiediamo, lo facciamo sempre ma inutilmente in queste occasioni, che differenza programmatica ci sarà tra i vari candidati? Sul destino e la fruizione lungomare, destra e sinistra si divideranno? E sulla viabilità che idee differenti state approntando? Così ci orienteremo al voto secondo i nostri gusti. Ritorniamo al Consiglio comunale. Tantissimi anni fa durante la cosiddetta “Prima Repubblica” imperavano i politici di professione. Il Consiglio comunale era occupato da tanti personaggi che a noi certamente non piacevano e allora pensavamo a come avremmo voluto che fossero i rappresentanti degli elettori. Auspicavamo un Consiglio comunale fatto di giovani, di donne e dal livello culturale medio certamente superiore di quello che c’era.

Oggi, nella consiliatura che si sta chiudendo, sono tanti i giovani e le donne anche laureati che siedono a Palazzo VII Aprile. Non vorremmo che quel nostro amico qualunquista ci sommergesse con un altro luogo comune molto famoso: “Si stava meglio quando si stava peggio”.

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