Ecco quanto costano i 2 periti scelti dalla Procura di Trapani per indagare su Airgest

redazione

Ecco quanto costano i 2 periti scelti dalla Procura di Trapani per indagare su Airgest

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martedì 17 Dicembre 2019 - 06:54

Parcella salata quella presentata dai 2 periti ingaggiati dalla Procura della Repubblica di Trapani per indagare “sui costi” (ironia della sorte) sostenuti da Airgest e sulla limpidezza dei conti della società aeroportuale. Il papellone presentato dai 2 consulenti tecnici, la dottoressa Laura Arosio e il dottor Fabrizio Pozzi, incaricati di far luce sull’ipotesi di reato contestata a 15 tra manager e amministratori di Airgest, è di tutto rispetto. Con una forbice che oscilla fra i 156 mila e i 314 mila euro, i due periti, hanno presentato al pubblico ministero Rossana Penna il conto per le loro prestazioni.

Andiamo un po’ dietro nel tempo e ricostruiamo la vicenda per meglio comprendere quanto è accaduto. La notizia, diffusa lo scorso gennaio, con tanto di titoli roboanti, aveva scosso la comunità trapanese: malversazione di fondi pubblici e falso in bilancio, questa l’ipotesi di reato contestata ad alcuni esponenti del Gotha aeroportuale, 15 in tutto, e fra i quali spiccavano nomi di grande risalto come Salvatore Ombra, Salvatore Castiglione, Franco Giudice, Paolo Angius, Fabrizio Bignardelli, Vittorio Fanti, Giuseppe Russo, Giancarlo Guarrera, Luciana Giammanco, Letteria Dinaro, Michele Angelo Maggio, Antonino Di Liberti, Antonio Lima e Antonino Galfano. Quindici nomi di rilievo, quindici soggetti che avevano ricoperto incarichi in almeno 3 Consigli di Amministrazione e che erano finiti nelle fitte maglie di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, dal procuratore Alfredo Morvillo e dal sostituto Rossana Penna. Ai 15 indagati veniva contestata la gestione del co-marketing, il tanto discusso contributo versato (più o meno obtorto collo) dai Comuni per pubblicizzare e promuovere il territorio con, ad esempio, tanto di giornali e brochure distribuiti sui voli Ryanair ai passeggeri, i quali avrebbero potuto così conoscere le bellezze naturali ed artistiche nonché le meraviglie della gastronomia locale. Gli organi inquirenti, per meglio indagare sui malmessi conti della società di gestione Airgest, affidarono ai periti, ovvero ai 2 consulenti tecnici Laura Arosio e Fabrizio Pozzi, la verifica finanziaria per accertare gli eventuali reati che già si intravedevano nella fitta nebbia della crisi. I due consulenti scoprirono che i 15 manager avevano posto fra i costi capitalizzabili le spese sostenute per il co-marketing ed interpretandole come spese di marketing, le avevano “spalmate” nei costi pluriennali. Per semplificare, se Airgest spendeva 100 mila euro di co-marketing, non li metteva sotto la voce “costi” immediatamente ma spalmava la cifra ad esempio, su 3 anni. Questo significava che ogni anno figuravano meno spese di quante in realtà sostenute ma, in verità, a detta di alcuni economisti, questa pare fosse una prassi abbastanza consolidata ed utilizzata soprattutto in settori in cui magari il beneficio tratto non è immediato ma si protrae nel tempo e la pubblicità, ovvero il marketing, figurerebbe fra questi. Negli anni però, i “costi spalmati” si sommano ed è quello che è accaduto tanto che la Regione è dovuta intervenire mettendo mano al portafogli per salvare la propria partecipata Airgest (di cui è azionista, quasi monopolista).

Ora, è chiaro che tutto ha i suoi costi, dalla politica alla macchina giudiziaria. Tuttavia, in attesa di vedere come andrà a finire, pubblicare la parcella dei due esperti, ci è sembrato giusto. Di costo in costo, la parola “risparmio” non figura. Non sappiamo quanto verrà in effetti elargito ai 2 “cari” periti che nella richiesta al pm Penna, hanno “confidato di aver esposto esaurientemente i criteri adottati in relazione all’effettiva attività svolta”.

Tiziana Sferruggia

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