Nei giorni scorsi, la testata I Siciliani giovani ha promosso una condivisibile iniziativa per l’intitolazione di una via o una piazza ad Andrea Camilleri, lo scrittore agrigentino deceduto lo scorso 17 luglio. Solitamente, per evitare un proliferare di omaggi toponomastici legati all’emozione del momento, si preferisce attendere. La normativa vigente prevede che debbano passare almeno dieci anni tra il decesso e un’intitolazione, introducendo comunque la possibilità di una deroga nel caso ci siano particolari benemerenze. E nel nostro caso le condizioni sembrano esserci tutte, considerando che Andrea Camilleri era stato nominato nel 2003 Grande Ufficiale al Merito della Repubblica. Non a caso, da Genova alla sua Sicilia, in queste settimane, diverse amministrazioni comunali si sono già mobilitate in tal senso.
Per quanto ci riguarda, dunque, condividiamo pienamente lo spirito dell’iniziativa della testata diretta da Riccardo Orioles, che definisce il “papà del commissario Montalbano” un autentico ambasciatore della cultura siciliana nel mondo. Riteniamo, pertanto, che ogni Comune siciliano dovrebbe avere una via o una piazza a lui dedicata. Marsala, peraltro, ha avuto modo di ospitare Andrea Camilleri per la presentazione di un suo libro, alla fine degli anni ’90, quando il pubblico italiano aveva appena cominciato a conoscere le sue opere. Ci piace pensare che possa essere scelta una piazza o una strada centrale, di quelle che accompagnano la quotidianità di tanti cittadini o che vengono attraversate anche dai turisti. La toponomastica marsalese, com’è noto, presenta una notevole quantità di omaggi ai protagonisti del Risorgimento o a donne e uomini della città, ritenuti meritevoli di ricordo. Poco spazio viene invece riservato ai tanti numi tutelari della letteratura siciliana: non esiste una via Pirandello, né una piazza intestata a Sciascia, Quasimodo, Tomasi di Lampedusa, Bufalino o Brancati. Persino nell’intitolazione delle scuole sono stati scelti personaggi senz’altro importanti nella storia italiana (Cavour, Mazzini, Pascoli, Garibaldi, Giovanni XXIII, De Gasperi) ma non c’è stato spazio per i grandi autori dell’isola. Potrebbe essere arrivato il momento di invertire la rotta e di riconnettere a Marsala a quella rete nazionale che si sta creando intorno a Camilleri, la cui eredità intellettuale e civile è ormai considerata patrimonio dell’intero Paese.
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