L’Unione Generale del Lavoro, interviene a difesa dell’IRVO, l’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio – con sede anche a Marsala – che sta vivendo una situazione difficile. Secondo l’Ugl i tagli drastici ad opera della Regione Sicilia, sono stati determinati a partire dal 2012 sui capitoli destinati al funzionamento dell’Ente e alle attività promozionali. “Il contributo per il funzionamento dell’istituto, comprensivo delle quote degli stipendi pari a 5,2 milioni per anno, veniva allora ridotto da 6 a 4 milioni di euro – scrive in una nota il sindacato -; identica somma veniva data nel 2013, mentre nel 2014 veniva ridotta ancora a 2,6 milioni e solo a partire dal 2015, grazie all’intervento dell’Assessore Caleca, il contributo è stato aumentato a circa 5 milioni. Pertanto nel triennio 2012-2014 non sono state garantite dalla Regione all’IRVO risorse da destinare agli stipendi ed alle spese di funzionamento per 7,4 milioni di euro. Con la finanziaria regionale 2014 non è stato garantito il contributo per la promozione dei vini che fino al 2013 era di euro 2 milioni a fronte della realizzazione della partecipazione delle aziende vitivinicole ed olearie siciliane all’edizione del Vinitaly e del SOL nel 2014, determinando così un debito nei confronti dell’Ente Fiere di Verona”.
Ma nonostante ciò l’IRVO ha continuato le sue importanti attività per rilanciare i prodotti di qualità dei territori siciliani, unendo promozione ed innovazione tecnologica. Quest’anno però il Governo Musumeci, dopo le battaglie dei dipendenti IRVO, ha nominato il collegio dei revisori, mancante da oltre 8 anni, che ha permesso all’Istituto di mettersi in regola con i bilanci sino al 2015 in attesa di approvazione mentre sono da definire quelli del 2016 e 2017. Ma la storia non finisce qui. “L’attuale Governo – dice ancora l’Ugl – aveva assegnato all’IRVO la somma di 3 milioni di euro provenienti dall’acquisizione da parte della Regione degli immobili dell’Istituto, per estinguere il debito con Verona Fiere. Somme mai pervenute nelle casse dell’Istituto, in quanto gli uffici regionali ad oggi non hanno provveduto al completamento dell’istruttoria relativa all’acquisizione degli stessi immobili, sono infatti trascorsi già 5 mesi. Solo un immediato intervento politico può porre fine a questo stillicidio, concordando con Verona Fiera un “Piano di Rientro”. La certificazione non può che restare saldamente nelle mani pubbliche, respingendo al mittente ogni tentativo di gestione privata. A giorni l’Istituto rischia, per via degli scioperi che saranno proclamati, la sospensione delle certificazioni dei vini a D.O. e degli Oli, per la mancanza di risorse finanziarie utili alla quotidiana gestione e al pagamento degli emolumenti al personale, creando forte disagio alle aziende interessate”.