Alcamo, pubblicato l’esito delle verifiche della Corte dei Conti sul rendiconto 2015 e sul bilancio di previsione 2016-2018

redazione

Alcamo, pubblicato l’esito delle verifiche della Corte dei Conti sul rendiconto 2015 e sul bilancio di previsione 2016-2018

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venerdì 29 Dicembre 2017 - 12:45

Sono state rese contemporaneamente pubbliche le delibere della sezione di controllo della magistratura contabile sul portale web del Comune di Alcamo. Anche sulla verifica del bilancio di previsione, come è avvenuto per quella sul sistema dei controlli interni dell’ente, il Collegio dei giudici è stato chiamato a pronunciarsi su numerosi profili di criticità.

A seguito della presa d’atto della relazione dell’organo di revisione del Comune di Alcamo, in merito al rendiconto del 2015 e al bilancio di previsione del 2016-2018, il magistrato istruttore della Corte dei Conti siciliana ha richiesto la pronuncia della sezione dell’organo dello Stato che svolge funzioni giurisdizionali e amministrative e che, dunque, ha il compito di verificare la conformità delle gestioni degli enti alle regole contabili e finanziarie. Tale controllo, in particolare, si è basato su 13 punti esposti nella delibera che è stata emessa dai giudici contabili.

Per quanto concerne il rendiconto del 2015, il Collegio, formato dai magistrati della Corte dei Conti, ha sollevato il ritardo con il quale il medesimo è stato approvato: il 29 settembre del 2016. Infatti, secondo quanto disposto dal Testo unico degli enti locali, tale atto va deliberato entro il 30 aprile dell’anno successivo all’approvazione del bilancio di previsione (nel caso di specie andava deliberato nell’aprile 2016). Un termine, comunque, che le amministrazioni siciliane difficilmente riescono a rispettare. Nell’agosto 2017, ad esempio, 294 comuni su 390 presenti nell’isola, sono stati commissariati per il ritardo nell’approvazione del rendiconto 2016. Per quanto concerne il Comune di Alcamo, relativamente al rendiconto 2015, una delle ragioni che ha portato alla non osservanza dei tempi previsti dalla normativa è consistita innanzitutto nella necessità di adeguamento alle nuove disposizioni dell’armonizzazione contabile, poi, alla predisposizione del riaccertamento straordinario, e, infine, a causa del tardivo insediamento della nuova amministrazione, avvenuto a metà anno. Infatti, le elezioni comunali si sono tenute a giugno del 2016. Tuttavia, la Corte dei Conti ha precisato che tali termini non sono derogabili.

Altro punto messo in evidenza dal controllo della magistratura contabile è risultato essere l’ammontare dei residui attivi, superiore al 65% rispetto agli accertamenti delle entrate. Tale superamento del parametro, ha specificato l’ente, è stato dovuto al ritardo nella riscossione coattiva dei crediti. Inoltre, fermo restando l’obbligo di costituire il Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), il Comune ha scelto di non stralciare i crediti difficilmente riscuotibili, ma di mantenerli in contabilità.

Il terzo punto esaminato dai giudici contabili ha riguardato il disavanzo del rendiconto 2015, pari a 1,4 milioni di euro. Nel corso di quell’anno, il commissario straordinario Giovanni Arnone aveva approvato il riaccertamento straordinario dei residui, portando all’emersione un disavanzo di quasi 5 milioni di euro che, mediante deliberazione del Consiglio comunale dell’epoca, è stato finanziato con una quota di avanzo destinata agli investimenti ( quasi 3 milioni e 500 mila euro). Per la restante parte da ripianare, 1 milione e mezzo di euro, è stato invece deciso di pagare trenta quote di pari importo (50 mila euro), poi da attingere a partire dal bilancio di previsione del 2015 fino a quello del 2044, ossia per quasi trent’anni. Sulla ricerca di un puntuale ripianamento di tale disavanzo la sezione della Corte dei Conti, chiamata ad esprimersi in merito, ha esortato l’ente ad attivarsi in tal senso.

Altro focus sul quale si è concentrata la magistratura contabile è stato quello relativo a due fondi: quello per il contenzioso e quello per le perdite nelle società partecipate. L’organo di revisione del comune, tra l’altro, non si è pronunciato sulla congruità degli stessi. Nel 2015 il fondo per il contenzioso ammontava a 1,4 milioni di euro, quantificato sulla base dei procedimenti pendenti e non mediante un registro analitico delle controversie. Nel 2016, tuttavia, l’ufficio legale del comune ha quantificato in modo specifico il rischio soccombenza riportato in un documento allegato al rendiconto 2016. Solo nel 2017, invece, è stato predisposto il registro del contenzioso. Mentre, non è stato previsto alcun accantonamento sul secondo tipo di fondo, in quanto, come specificato dall’ente, non vi è un rischio di perdite, mantenendosi la presenza dello stesso in cinque società partecipate, due delle quali in liquidazione. La Corte ha manifestato, comunque, preoccupazione rispetto al fatto che il Comune non abbia fornito dati sui contenziosi pendenti nel 2015. In seguito, sull’organo di revisione, che ha espresso parere favorevole sul rendiconto 2015, ha precisato che questo è tenuto a compiere un’analitica verifica delle quote accantonate e vincolate dall’ente in tali fondi.

In merito ai flussi e alla situazione di cassa, il Collegio dei magistrati contabili ha poi sottolineato che il comune deve incrementare la percentuale di riscossione delle entrate, in modo tale da innalzare la liquidità della cassa libera.

Per quanto concerne il contrasto all’evasione tributaria la Corte ha, invece, evidenziato: la mancata riscossione di entrate accertate Cosap/ Tosap e la bassa percentuale per quanto riguarda l’ICI/IMU (11,6%), di cui la metà delle somme sono destinate alla voce “Incentivi Recupero Ici”. Anche per quanto riguarda la violazione del codice della strada è stata registrata una bassa percentuale di esazione: sono stati riscossi solamente 113 mila euro circa a fronte di 1,3 milioni di euro. L’omissione di occorrenti attività di repressione dell’evasione e della morosità, ha avvertito la magistratura contabile, potrebbe determinare la responsabilità amministrativa degli organi comunali.

In merito al fondo pluriennale vincolato (FVP), che è costituito dalle risorse già accertate destinate a finanziare le obbligazioni passive dell’ente, la Corte dei Conti ha invece rilevato la mancanza di cronoprogrammi e la verifica dunque degli stessi, imposta dal nuovo sistema contabile che individua proprio nella programmazione una fase indispensabile per la quantificazione del FPV. Il punto 8 della delibera, ha avuto come oggetto i residui. Il Collegio della magistratura contabile ha sottolineato l’importanza del riaccertamento straordinario dei residui attivi, che costituisce un primo passaggio dell’armonizzazione, e, nello specifico, una sorta di “operazione verità” sull’effettiva situazione finanziaria degli enti locali. Il riaccertamento è, poi, indispensabile per la determinazione del fondo crediti di dubbia esigibilità (pari oggi a circa 23 milioni di euro), che deve essere iscritto al successivo bilancio di previsione ( in questo caso 2017-2019). Infatti, la Corte dei Conti ha invitato l’ente ad “evitare l’accumulo di residui attivi ormai inesigibili che possono contribuire a creare avanzi fittizi”.

Un’altra importante questione messa in evidenza dal Collegio dei giudici contabili, ha riguardato i debiti fuori bilancio relativi sempre al rendiconto del 2015. Quasi 133 mila euro sono ascrivibili ai risarcimenti per responsabilità civile per danni causati da insidie stradali. L’ammontare del contenzioso passivo, quantificato dall’ufficio legale in 5,1 milioni di euro, si riferisce in particolare ad una lite intrapresa con la Regione Sicilia per la revoca di un finanziamento destinato ad opere pubbliche che il Comune di Alcamo non ha mai realizzato. Sul notevole importo del contenzioso, la sezione di controllo della Corte dei Conti ha esortato l’ente nel procedere a congrui accantonamenti per evitare le soccombenze che possono incidere negativamente sul bilancio.

Sugli organismi partecipati, la sezione regionale della magistratura contabile ha, invece, rilevato l’incapacità del sistema informativo di rilevare rapporti economici e patrimoniali, oltre al mancato accantonamento del fondo perdite societarie summenzionato. Nonostante la risposta del comune sia stata in parte soddisfacente, poiché la partecipazione nelle stesse è minoritaria, come sopra riportato, è necessaria per i giudici contabili una rilevazione costante dei rapporti finanziari con tali organismi. In merito al contenimento delle spese e al tempestivo pagamento dei debiti, il Comune ha affermato che la copertura minima dei servizi a domanda individuale non è stata raggiunta. Tuttavia, l’ente si è adoperato per ridurre i tempi di pagamento, procedendo anche all’adeguamento di software alla fatturazione elettronica. Infine, è stato avviato il monitoraggio del costo delle autovetture, escluse quella della polizia municipale. La magistratura contabile, poi, ha sollecitato il comune a vigilare sulla tempestività della resa del conto da parte degli agenti concessionari e del tesoriere comunale che hanno l’obbligo di rendicontazione nei termini previsti dalla legge.

Ultimo punto, sul quale si è soffermata la Corte dei Conti, ha riguardato il rispetto del patto di stabilità violato nel 2014 e sulle sanzioni che dovevano essere applicate. Tali provvedimenti, ha informato il Comune, sono stati intrapresi nel 2015 e lo squilibrio è stato recuperato con il bilancio di previsione 2015-2017.

Sempre all’interno della delibera della sezione di controllo della Corte dei Conti, è stata analizzata la relazione sul bilancio di previsione 2016-2018. Tra le criticità emerse, la magistratura contabile ha rilevato, oltre al ritardo nell’approvazione entro i termini fissati dalla legge (31 dicembre dell’anno precedente) la mancanza di: effettuazione delle operazioni di riclassificazione dell’inventario e stato patrimoniale; accantonamento per le spese potenziali per tale triennio; partecipazione dei singoli dirigenti all’elaborazione di proposte di previsione e autorizzatorie di cassa.

L’ente ha precisato che: il rallentamento nella predisposizione e programmazione del bilancio è stato dovuto, come sopra già descritto, dal cambio dei vertici istituzionali avvenuto dopo i primi sei mesi dell’anno; lo stato patrimoniale è stato approvato dal Consiglio comunale nel settembre del 2016; nel rendiconto 2016 si è effettuata una verifica degli accantonamenti e che, al momento della presentazione della memoria, novembre 2017, il Comune non ha ritardi nei pagamenti.

Date queste ulteriori deduzioni, la Corte dei Conti siciliana ha concluso che le criticità elencate e sollevate in tale sede hanno dunque una fondatezza “anche se, l’amministrazione pare avere intrapreso un percorso finalizzato alla più precisa attuazione delle norme del nuovo sistema contabile”. Non essendo state assunte dal Consiglio comunale le misure correttive sulla pronuncia della magistratura contabile in merito al rendiconto 2014, essendosi espresso con una mera presa d’atto nel 2016, la Corte ha richiamato il Comune ad una maggiore solerzia nell’adottare gli atti necessari per ottemperare le decisioni dell’organo dello Stato. E poiché la presenza di anomalie potrebbero pregiudicare gli equilibri economici-finanziari dell’ente, i giudici contabili hanno invitato l’amministrazione ad attenersi alla decisione della Corte, applicando le misure correttive.

Linda Ferrara

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