La Giunta comunale di Alcamo ha approvato il Rendiconto 2016. Il documento economico finanziario passerà adesso all’esame dei nuovi Revisori dei Conti e infine seguirà il consueto iter consiliare. I nuovi prospetti di conto economico e stato patrimoniale previsti dalla normativa saranno approvati separatamente con un atto distinto.
“Il risanamento dei conti e l’inversione di tendenza su molti fronti è appena iniziato – ha precisato l’assessore all’economia, Roberto Scurto – la situazione di partenza, ovvero i dati finali del 2016, è molto lontana rispetto a quella di un comune virtuoso. Questo documento per noi è estremamente importante perché fotografa numericamente la situazione del Comune che abbiamo ereditato dal passato. Ci siamo insediati a metà 2016 e la nostra programmazione è partita di fatto con il DUP 2017-2019. Le nostre azioni le stiamo praticamente costruendo su queste basi di partenza che è giusto, per correttezza e trasparenza, far conoscere a tutti. Il rendiconto 2016 denota criticità enormi per un Ente Locale, segnale. Dalla lettura del Documento si evince subito che il comune di Alcamo non investe come potrebbe, riscuote poco e niente, rimborsa mutui, pagando salati interessi senza però utilizzarli. Una nota drammatica è la questione, tante volte citata anche in Consiglio Comunale, sull’indebitamento per creare nuove e grandi opere per la città. Il Comune di Alcamo purtroppo non ha fatto ricorso all’indebitamento negli ultimi anni, perché a causa della rigidità della spesa non sarebbe stato capace di restituire le rate e gli interessi dei mutui. Potenzialmente, a livello teorico si potrebbe perfino arrivare a spendere anche 3 milioni di euro, ogni anno, in interessi con un indebitamento complessivo potenziale anche di 35, 40 milioni di Euro per finanziare grandi opere; questo scenario oggi però è impossibile da attuare perché sul fronte delle spese correnti fatichiamo, ogni volta, anche a trovare piccole somme per le esigenze quotidiane. Gli aspetti positivi legati agli investimenti sono però riscontrabili nei mutui di Cassa Depositi e Prestiti non ancora utilizzati e dalle somme avanzate da precedenti opere; parliamo di circa 2 milioni di Euro che devono essere investiti subito con dei margini di spazi utilizzabili per circa 1,6 milioni di Euro. Anche il Fondo Pluriennale Vincolato mostra che a livello tecnico/operativo qualcosa non va. Mi riferisco agli uffici che vanno sicuramente ripresi, attenzionati e sicuramente potenziati. A volte, si perdono diversi anni dalla progettazione all’esecuzione fisica dell’opera con danni enormi per la città e anche per lo stesso bilancio (se si perdono più di 3 anni). Un dato va corretto immediatamente. Non è più accettabile che solo l’1% delle somme programmate per investimenti si trasformi in spesa reale. Gli uffici debbono essere al passo dei tempi programmati dalla politica. Analizzando gli ultimi 5 anni sul tema degli impegni di spesa corrente si evince, invece, che non è mai stata fatta una seria politica di spending review. Nel 2012 si impegnavano circa 36 milioni di euro contro i 35 del 2016; se si considerano i pensionamenti e il mancato turnover del personale, di fatto, parliamo di briciole in termini di riduzione della spesa. Il Fondo Crediti di dubbia esigibilità (FCDE) conferma come sempre che il Comune di Alcamo non sa incassare i suoi crediti e, se non sai incassare, purtroppo non puoi di conseguenza spendere. L’aver anticipato il pagamento della prima rata della TARI a Maggio 2017, insieme a qualche altra azione mirata che stiamo studiando con gli uffici, dovrebbe portare ad un effetto benefico in futuro nonostante la media degli ultimi 5 anni impatterà sempre sul nostro FCDE. Stiamo rivedendo il tema delle liti pendenti tributarie e il nuovo regolamento rateizzazioni e compensazioni che dovrebbe vedere luce a breve”.
Il sindaco Domenico Surdi, a riguardo, ha dichiarato: “I numeri, sebbene il risultato del 2016 ha consentito di recuperare la quota di disavanzo derivante dal riaccertamento dei residui del 2014, fotografano un Comune immobile, stritolato dalla spesa corrente che è ancora ferma ai valori del 2012 al netto del mancato turnover del personale e, incapace di spendere le somme per opere pubbliche che, annualmente, alimentano gli accantonamenti. Così la Città non cresce, non si ammoderna, non dà opportunità. Il Bilancio 2017 deve rappresentare l’avvio di una nuova fase”.