L’artista Lino Lo Pinto ha donato uno dei suoi quadri al Comune di Paceco

redazione

L’artista Lino Lo Pinto ha donato uno dei suoi quadri al Comune di Paceco

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venerdì 05 Maggio 2017 - 19:22

Donazione artistica per il Comune di Paceco. Lino Lo Pinto ha infatti omaggiato il sindaco Biagio Martonana di una tra le sue opere pittoriche, “Music Halla Varierà”. Lo Pinto è stato definito da Martorana “illustre concittadino che ha fatto ritorno nel nostro paese dopo essersi distinto a livello internazionale nei campi della pittura, della moda e del teatro”.

L’omaggio dell’opera, intitolata “Music Hall Varietà”, è stato ufficializzato con un incontro tenutosi nell’aula consiliare, in presenza degli assessori, di alcuni consiglieri e di numerosi cittadini. La cerimonia, presieduta dal sindaco e dall’artista, è stata moderata dalla consigliera comunale Maria Grazia Fodale, che ha curato la mostra personale di Lo Pinto allestita lo scorso 27 dicembre, quando la Giunta Martorana ha inaugurato il nuovo centro culturale nel ristrutturato ex cinema Roma.

Il dipinto “Music Hall Varietà”, esposto in quell’occasione con altre opere dell’artista, è stato quindi al centro della cerimonia in Municipio, prima di essere spostato definitivamente nella Sala Giunta, dove farà da cornice alla celebrazione di matrimoni civili e ad ogni altra iniziativa.

“Ringrazio Lino Lo Pinto, che ho seguito a distanza in tutte le sue tappe, per il grande regalo fatto al Comune, con un quadro che custodiva gelosamente in casa. Questo dipinto rappresenta la vita di tutti i giorni: si vedono i dissociati, gli ansiosi, gli spensierati, i rassegnati, attorniati dall’indifferenza di ballerine e showman che continuano il loro spettacolo”.

L’Amministrazione comunale, da parte sua, ha donato a Lo Pinto un piatto decorativo dell’artigianato locale.

L’incontro, soprattutto, ha rappresentato l’occasione per celebrare l’artista pacecoto, oggi 72enne, attraverso diversi interventi e attestazioni di affetto, come quello del generale Pietro Barbera, suo amico d’infanzia.

“Grazie per tutto quello che avete detto di me – ha detto infine Lino Lo Pinto – ma non posso dire altro, perché l’emozione mi trattiene”.

Nel corso della cerimonia, una sintesi della poliedrica vita professionale dell’artista, è stata tracciata da Maria Grazia Fodale: Natale Lo Pinto, noto come Lino, nasce a Paceco il 12 agosto 1945; giovanissimo si reca a Roma, dove conosce Irene Brin (pseudonimo di Maria Rossi), giornalista di costume, scrittrice, mercante d’arte, donna di classe e di cultura, che creò un nuovo modo di fare giornalismo raccontando con stile l’Italia del boom economico. Lei rimane certamente colpita da questo giovane intraprendente dai riccioli d’oro e finisce col diventare il suo mentore.

Lino comincia a scrivere per le riviste, diventa redattore di moda per Big, settimanale musicale degli anni Sessanta; lavora per il mensile Vogue, che gli affida una serie di interviste ai maggiori artisti di quegli anni, da Alberto Sordi a Vittorio Gassman, ad Alberto Moravia; segue le sfilate di moda, disegna per i giornali gli abiti che vede in passerella, e i suoi disegni vengono pubblicati anche dal New York Time.

Il suo estro e le sue capacità artistiche non passano inosservate e ben presto Lino Lo Pinto viene assorbito completamente dal mondo della moda, divenendone un protagonista: fu disegnatore di moda per il mitico Piper club; lavorò per lo Stabile di Genova, disegnando i costumi per lo spettacolo teatrale “Ondine” di Giancarlo Nanni. Negli anni ’70 e ’80, i suoi capi sfilano sulle passerelle per Annapaola R, Tabarca, Camargue, Sharon, e non si contano le copertine e gli articoli dedicati a lui e alle sue creazioni sulle maggiori riviste italiane e internazionali, su tutte svetta Vogue.

Negli anni Novanta, si trasferisce a New York, dove abbandona il mondo delle passerelle per rincorrere quello della pittura. Studia ad Harvard, dove segue un corso sulla pittura rinascimentale, e rimane affascinato dalle tecniche pittoriche del tempo. Partecipa a delle collettive, espone i suoi quadri al May Boone Gallery. Tornato in Italia, espone le sue tele in varie gallerie. La sua ultima fatica risale al 2010, quando partecipa ad una collettiva presso lo Studio Stefania Discetti, a Roma.

“I suoi quadri, come ogni cosa che Lino abbia fatto, – aggiunge Maria Grazia Fodale – stupiscono, prendono per mano lo spettatore e lo conducono dentro il loro mondo, lo catapultato tra mille volti che a tratti appaiono familiari, lo circondano di personaggi famosi. Le tele diventano il teatro dove va in scena la vita, grottesca, multiforme, pronta a stupirti, a scandalizzarti, che invita a spogliarsi delle convenzioni che impediscono di vivere fino in fondo e di godere di quello che si è vissuto”.

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