Non diciamolo in giro

Gaspare De Blasi

Marsala

Non diciamolo in giro

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martedì 04 Aprile 2017 - 05:59

Si sono conclusi con una vittoria, peraltro abbastanza scontata, di Matteo Renzi le primarie del Pd per l’elezione a segretario del partito. Facciamo una parentesi. Dato che siamo in Italia e siamo tutti bravissimi a rendere farraginose anche le cose più semplici, Matteo Renzi non è il nuovo segretario dei democratici, ma ha superato (alla grande) il primo passaggio verso la nomina definitiva. In Islanda (citiamo un Paese così, a caso) dopo che gli iscritti si sono espressi, il segretario sarebbe stato quello che ha preso più voti. Punto. E da quel momento in poi al lavoro nell’interesse della politica e della nazione. Invece sentite qui cosa accadrà da noi: intanto quello chiuso ieri era un primo passaggio riservato agli iscritti. Un specie di congresso senza dibattito? Non sappiamo, però hanno votato soltanto quelli con la tessera. Domenica 30 aprile (ma perché deve trascorrere un mese?), si terranno le altre primarie, questa volta aperte a tutti quanti vorranno partecipare (anche elettori di altro orientamento purché, ci è sembrato di capire, sottoscrivano un’adesione programmatica. Si paga, una specie di autofinanziamento ai seggi, ma soltanto due euro. I candidati sono quelli che al primo turno (quello riservato agli iscritti), hanno superato lo sbarramento previsto del 5% (ormai c’è sempre uno sbarramento in qualsiasi elezione…). Le notizie danno per certo che tale soglia sia stata superata da tutti i candidati, per cui a contendere la carica di segretario a Matteo Renzi, saranno Andrea Orlando e Michele Emiliano. Ci sarà successivamente la riunione del Consiglio nazionale, già eletto dopo una serie di passaggi provinciali e regionali, tra gli iscritti collegati ai candidati. Il consiglio presieduto da un componente indicato dalla Commissione per il congresso (che confusione…), procederà alla proclamazione del nuovo segretario. Fiuu…finalmente habemus papam? No, c’è un ulteriore passaggio. Se nessuno dei candidati alla carica dovesse raggiungere il 50% dei voti popolari, i prime due arrivati si contenderanno il ruolo di segretario del Pd, in assemblea. Il presidente infatti darà la “parola” a scrutinio segreto ai mille componenti l’assemblea. Poi finalmente chi prende un voto in più dell’altro sarà proclamato segretario. Sono quelli che si sono fatti bocciare dalla Corte Costituzionale la legge elettorale che avevano approvato. Che ci possiamo aspettare in termini di regole? E d’altronde dal maggiore antagonista politico, il Movimento 5 Stelle, arriva una semplificazione per la selezione della classe dirigente, che porterà, (porterebbe è più corretto, ma i sondaggi…) a governare il Paese qualcuno proposto agli elettori da poche migliaia di iscritti on-line ai meetup. Siamo l’Italia, non fatelo sapere agli islandesi.

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