Riutilizzare le acque provenienti dalle fognature dopo averle opportunamente depurate, in modo da contenere il depauperamento della falda idrica. Si fonda su questo principio il progetto promosso dall’Università Kore di Enna e sposato dal Comune di Marsala, che proprio ieri ha visto svolgersi un passaggio cruciale, con i primi prelievi delle acque depurate a valle della membrana, presso il depuratore di contrada San Silvestro. Le operazioni sono state effettuate alla presenza dell’ingegnere idraulico marsalese Cosimo Montalto, del responsabile prelievi dell’Università di Enna Riccardo Campo e dello studente Alessio Bertolino, che proprio su quest’argomento sta incentrando la propria tesi di laurea specialistica in ingegneria civile.
Partendo dalla constatazione che la disponibilità della falda si riduce ogni anno, mentre i marsalesi utilizzano in media 200 litri di acqua al secondo, lo studio mira a verificare se ci sono le condizioni per il riutilizzo delle acque depurate in uscita dal trattamento terziario, nel rispetto dei limiti di legge per il riuso. Se tutti i dati ottenuti daranno risultati soddisfacenti, ci sarebbero i presupposti per portare in falda le acque depurate attraverso pozzi di iniezione posti a valle di quelli già esistenti. “Sarebbe la prima volta in Italia e in Europa, ma è un procedimento che è già stato attuato a Dubai”, spiega Alessio Bertolino che ricorda inoltre come l’abbassamento progressivo della falda associato all’avanzamento dell’acqua salata dal mare rischia di rendere inutilizzabili i pozzi, alcuni dei quali sono già da tempo senza acqua, fino a disegnare per Marsala il fosco scenario di una vera e propria emergenza idrica. I prelievi realizzati produrranno nei prossimi giorni dei dati da cui si evincerà il rispetto dei parametri di qualità previsti dalla normativa vigente. “Siamo fiduciosi per diversi motivi”, spiega ancora Alessio Bertolino, anticipando che se i dati daranno gli esiti auspicati, si potrà poi passare alla redazione del progetto pilota con l’obiettivo di accedere ai fondi europei per il finanziamento dell’opera.
“Colgo l’occasione – conclude lo studente lilibetano – per ringraziare il sindaco Alberto Di Girolamo, l’assessore Anna Maria Angileri e il Consiglio comunale, che hanno accolto positivamente il progetto, il dirigente dell’acquedotto Stefano Pipitone, che è stato molto disponibile con noi, l’ingegnere Francesco Patti, Mario Stassi e il responsabile del progetto per l’Università, Gabriele Freni”.