Nella prossima udienza saranno sentiti: un consulente, un operaio e tre testi della parte civile
Il giudice monocratico Riccardo Alcamo ha rinviato al 28 settembre il processo che prende le mosse da quanto avvenuto il 15 luglio del 2010 quando crollò un’impalcatura edile piazzata davanti alla Cantina Florio e per poco non perse la vita Vincenzo Pipitone, all’epoca 53enne, che si trovò a passare da lì in moto e fu travolto dal ponteggio. Sono alla sbarra: il responsabile del cantiere e il coordinatore della sicurezza. Si tratta di Marcello Lombardo difeso dall’avvocato Giovanni Galfano e Giuseppe Maurizio Angileri, assistito dagli avvocati Giuseppe Milazzo e Roberto Genna. Già in sede preliminare Vincenzo Pipitone si è costituito parte civile, ed è difeso dall’avvocato Lillo Fiorello. All’epoca la vicenda causò non poco scalpore, in quanto il crollo è avvenuto davanti alla facciata principale della storica Cantina Florio, sul Lungomare. Improvvisamente, verso le 10 del mattino, una grossa impalcatura edile posizionata davanti lo stabilimento vinicolo è piombata sulla sede stradale travolgendo Vincenzo Pipitone che passava da lì in sella al suo scooterone Honda Phantom grigio. Le lesioni furono talmente gravi che il signor Pipitone è costretto sulla sedia a rotelle. Ieri il giudice ha rinviato alla prossima udienza che si terrà dopo la pausa estiva. Per quella data il giudice sarà un’altra persona: Marcello Saladino. Il 28 settembre è previsto che vengano sentiti in aula: un consulente, un operaio e tre testi della parte civile. Tuttavia questo accadrà qualora gli avvocati che difendono gli imputati presteranno il consenso affinché gli atti del processo finora tenutosi innanzi al giudice Alcamo, transitino nel fascicolo intestato al nuovo magistrato. Se questo non dovesse accadere si dovrà ricominciare il dibattimento daccapo.