Il 31enne nigeriano Ayoola Akinshulu è indagato, in concorso con ignoti, per il naufragio dello scorso 14 aprile, a 37 miglia dalle coste libiche. Nella circostanza, la nave “Bersagliere” della Marina Militare ha soccorso un gommone sgonfio e semiaffondato con a bordo quattro naufraghi, successivamente trasbordati su un’altra nave della Marina Militare, la “Comandante Foscari”, giunta nella mattinata di ieri al porto di Trapani trasportando 587 migranti di diverse nazionalità soccorsi durante quattro diversi naufragi. Le indagini hanno consentito di accertare che Ayoola Akinshulu fosse lo scafista del citato gommone, partito dalla città di Zouara (Libia) con a bordo 45 migranti di diversa nazionalità, per lo più centro africani (Niger, Nigeria, Ghana, etc). Dopo poche ore di navigazione l’imbarcazione aveva ceduto, perdendo la chiglia inferiore e causando il naufragio dei trasportati e il decesso di 41 uomini. I superstiti ascoltati nel corso delle indagini hanno permesso di accertare che Akinshulu si era accordato con i trafficanti di esseri umani di stanza in Libia per non pagare il “viaggio” verso l’Italia purchè si assumesse l’onere di condurre il gommone, alternandosi alla guida con un altro migrante (a sua volta deceduto in seguito al naufragio). L’uomo è stato sottoposto a fermo da parte della sezione criminalità straniera della squadra mobile di Trapani ed è stato associato alla casa circondariale di Trapani, a disposizione del sostituto procuratore Andrea Tarondo che coordina le indagini.
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