Marsala che vai…scaffa che trovi

Vincenzo Figlioli

Marsala che vai…scaffa che trovi

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mercoledì 18 Marzo 2015 - 11:34

Mi è capitato di leggere un simpatico articolo, pubblicato sulla Repubblica di alcuni anni fa, circa la sostanziale differenza tra una buca del manto stradale e la famigerata scaffa siciliana. Se una buca è una entità geometrica più o meno grande, stando attenti possiamo evitare di prenderla; la scaffa, invece, a detta del nostro amico scrittore, è lei che ti prende perché è impossibile evitarla. Cioè le strade siciliane sono tutta una scaffa! Alla luce di questa chiarificatrice esposizione mi sono chiesto: ma è proprio così? Anche Marsala è tutta una scaffa? Lì per lì mi sono detto no!, non può essere. Poi a mente fredda ho rivisto la mia posizione e mi sono ricreduto. Sì! Marsala è tutta una scaffa! No, non mi riferisco alla rete stradale, che per vero è veramente ridotta male, più in generale mi riferisco a tutte quelle cose di cui potevamo vantarci e che sono sprofondate in una enorme, immensa SCAFFA! Se è vero, come è vero, che c’è gente che muore in incidenti stradali provocati dalla scassatissima rete stradale del nostro territorio, in alcuni momenti più simile a tumultuosi torrenti adatti al rafting, è anche vero che tutti noi stiamo morendo, che la città di Marsala è una città morta vivente: una città ZOMBIE! Una città dove il senso civico ce lo siamo messi sotto le scarpe, una città dove abbiamo delegato la gestione della cosa pubblica a persone di vedute limitate, che non guardano più in la del loro naso, che si sono accontentate di barcamenarsi tra i quaquaraquà di Palazzo delle Aquile e lo stuolo dei yes-man al seguito. Amministratori che piuttosto che ascoltare gli altri amano ascoltarsi, parlarsi addosso, senza uno straccio di umiltà, di moralità, di sentimento civico di chi è chiamato a testimoniare la storia della città. In questa enorme grande scaffa abbiamo trovato un sacco di cose. In primis, e non è poco, la “monnezza”. E che monnezza! Roba da ricchi, monnezza che costa alla collettività la bellezza di 15 – dico quindici – milioni di euro l’anno più altri due milioncini per la raccolta in zone non previste dal contratto. Chi ha stipulato il contratto deve essere proprio un gran bel volpino!!!!! Ma andiamo avanti con i reperti della nostra scaffa: il lungomare! Parola grossa per chi crede di trovare una passeggiata a mare pavimentata, illuminata, protetta da un bel muro e perché no scendere sulla spiaggia sotto il famigerato e ancora incompiuto monumento ai mille. Da Capo Boeo, tra le tombe puniche in uno stato di abbandono pietoso – è sparito anche il cartello che indicava il sito (forse è meglio così) – fino al porto, si possono ammirare delle stupende sculture di alghe. Si perché hanno detto che le alghe sono rifiuti speciali e non si possono toccare. Non c’è stato uno tra tutti i consiglieri, assessori, sindaci, dirigenti, impiegati e chi più ne ha più ne metta, che abbia avuto la voglia di andare a verificare le nuove normative. Non sia mai, metti che si possono utilizzare, che so io, per produrre energia da biomassa insieme a tutti gli altri materiali presenti sul territorio (legname da ardere ,residui agricoli e forestali ,scarti dell’industria agroalimentare, reflui degli allevamenti, rifiuti urbani, specie vegetali coltivate per lo scopo, vinacce, sfalci di potatura ecc.) e per questo correre il rischio di far diventare Marsala una smart city tipo Gussing? Si, va bè! Ma che ne sanno di Gussing i nostri quaquaraquà? Niente, zero, deserto totale. Non ci arrivano proprio a capire che i nostri 450 ettari di terreni abbandonati, una volta recuperati e a fronte di una oculata riforestazione, permetterebbero di destinare alla produzione di biomasse notevoli quantità di materie prime e contemporaneamente migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Per non parlare del versante nord della città dove trovi, tra un circo e un altro, il parco della Salinella a toccare il quartiere di Sappusi. E no! Che volete parlare di Sappusi? Per non farlo vedere agli ipotetici ignari turisti che dovessero entrare a Marsala dalla provinciale, sono riusciti a fare l’unica rotatoria al mondo talmente ingarbugliata che bisognerebbe metterci un vigile per dirigere il traffico. Un vigile? Razza estinta ormai, meglio il fai da te con l’immancabile pettorina con su scritto ausiliario del traffico, buono solo a fermare le macchine all’uscita dei bambini da scuola. E ti pare poco? Dicevo di Salinella, un parco di nove ettari ormai in stato di abbandono. E sai che pensata aveva fatto la vecchia amministrazione? Aveva aperto un bando per la concessione di ben 3 – dico tre – chioschi di quattro metri per tre autorizzati alla somministrazione di bevande e quant’altro con il solo scopo di mollare la patata bollente della manutenzione a tre poveri cristi che si sarebbero dovuti cuccare tre ettari di parco ognuno. Chi ha fatto questa pensata deve essere parente di quell’altro bel volpino!

Poi? Che abbiamo ancora? Beh! Non dovete perdervi le cattedrali nel deserto realizzate con i nostri soldi e poi lasciate a marcire nel più completo abbandono. Non so se avete presente il “CENTRO CARNI” all’incrocio tra le contrade San Silvestro e Ciancio, e il nuovo “MERCATO ITTICO”?. La parola che più ricorre in tutto ciò è “nuovo”, perché quando girava la lira bisognava modernizzarsi, e allora vai con i grandi progetti, peccato che poi nessuno si è preso la briga di controllare, verificare sia i costi che la progettazione. Ed ecco a voi il risultato: il centro carni non ha mai funzionato, cannibalizzato all’inverosimile dai soliti ignoti?; il mercato ittico idem, in più vittima di una progettazione fatta da un ubriaco che ha predisposto una rampa di accesso al piano superiore della larghezza di una panda, e una volta arrivati sù vi accorgete che non c’è la rampa di discesa né uno spazio per fare manovra. Le porte delle celle frigorifere non consentono il passaggio di un pallet per la loro ridotta dimensione. E poi ancora e ancora e ancora …… Annunci disattesi, accordi di programma mai attuati come il caso delle aviorimesse dell’idroscalo Marsala Stagnone, le uniche superstiti in Italia progettate e realizzate dall’architetto Pier Luigi Nervi. Il protocollo di intesa tra il Ministero della Difesa e l’Amministrazione Comunale si è dissolto come neve al sole. Nell’arco di un lustro, attraversato da differenti amministrazioni, ognuno ci ha messo del suo per non concludere niente, come sosteneva Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo: “ I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria, ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla”. Sono nauseato al solo pensiero di elencare ancora tutto lo sfacelo che ci circonda. E allora che possiamo fare noi poveri peones, recarci ancora una volta a votare? Chi! Uno dei tanti candidati che ci propinerà un programma elettorale zeppo di buoni propositi, di promesse e di luoghi comuni? (sembra siamo arrivati a quindici aspiranti alla poltrona di Sindaco). No, signori miei. Il problema non è il programma, il nocciolo della questione è “come si intende e con chi si intende procedere per realizzarlo?” Cari candidati sindaci, al di là delle buone intenzioni dovete dirci esattamente come opererete. Perché noi ormai non vi crediamo più! A me personalmente piacerebbe che Marsala avesse un moto di orgoglio, uno scatto di reni di tutti i cittadini che volessero cimentarsi alla realizzazione di una città con la C maiuscola. Una città proiettata al futuro, che abbia la capacità di attrarre risorse e investimenti, una città che non si culli tra gli “amarcord” perché non c’è cosa peggiore del vecchio adagio “Ah come si stava meglio quando c’era lui!” (chiunque fosse il lui). Fuggiamo dalla mediocrità e alziamo la testa una volta tanto.

Giancarlo Montesano

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