Che in Italia il Papa sia più “rock” del Capo del Governo, tanto per citare Celentano, non è una novità. La politica adottata da Francesco Bergoglio di non dormire in Vaticano ma in una pensione, di regalare coperte, pasti ed ombrelli ai senzatetto, di fare selfie su twitter piace anche ai più scettici. Ma in questi giorni ha davvero superato sé stesso: il Pontefice vende gli oggetti che gli sono stati donati da capi di stato in visita ufficiale o ricevuti nei viaggi all’estero. Gli oggetti di minor valore partono da qualche euro, mentre quelli “pomposi” e pregiati sono più cari. Il denaro verrà impiegato per l’assistenza ai poveri seguita attentamente e amorevolmente da Papa Francesco. Gli oggetti si trovano nella cosiddetta “tax free” del Vaticano a cui possono accedervi i privilegiati, quelli che hanno i soldi, per intenderci. Solitamente non sta bene disfarsi dei regali, ma questa volta sono d’accordo. In realtà, basterebbe un piccolo “graffietto” (non me ne vogliano gli amanti del bello) ad una ruota ricoperta in oro delle carrozze papali che si trovano nei sotterranei del Vaticano, per sfamare un paese del Terzo Mondo. Impensabile che quella del Papa potesse diventare una politica “cool”. E così ora anche il neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che già il primo giorno di elezione si era presentato su una Panda – rifiuta onori ed onorificenze, a parte le formalità del caso, in un’ottica di Spendine review e di sobrietà: torna nella sua città, Palermo, con un volo di linea Alitalia. Non è la prima volta per la verità, Pertini ad esempio ne era stato un precursore. Mattarella col suo messaggio di insediamento, molto sobrio ed austero, ha sterzato verso una linea politica in pieno stile scandinavo. Adesso sotto a chi tocca. In Parlamento si parla tanto di tagli alle auto blu (quelle che pagano i contribuenti ai lor signori parlamentari) ma al momento l’unica cosa certa sono le bagarre in Aula e le voci grosse tra le minoranze delle maggioranze che, più ossimoro di così… Gli italiani stanno dimostrando sempre più la volontà di sopportare meno, di tollerare meno, ma la strada da intraprendere è quella del lavorare concretamente per migliorare un Paese allo sfascio per cui ancora ci sono molte chiacchiere e pochi fatti; la via sbagliata è quella di farsi abbindolare da chi parla alla pancia del popolo aizzandogli contro immigrati e rifugiati, allarmismi e divisioni interne.
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