C’è una città che si riconosce in un sentire comune, fatto di valori semplici e antichi, di contrade rurali e quartieri urbani radicati nella appartenenza ad una stessa “marsalesità” insieme colta e popolare. Una città stanca di retoriche e di opulenze, di veleni e di schieramenti, di nepotismi e di pettegolezzi. Una città desiderosa di uscire dalla crisi e di guadagnare armonia e solidarietà. Una città grande, viva, profonda: fatta di teste che pensano e di cuori che battono, di volontà e di sentimenti, di memoria e di aggregazione, di donne e di uomini che credono di potercela fare.
Diego Maggio