Chi si intende di economia diciamo così spicciola, sa come si determina il prezzo di un prodotto in vendita al pubblico. Allora anche noi proviamo a capirci. Se si tratta di un articolo confezionato, la soluzione è più semplice: il commerciante compra il prodotto, ci “cala” dentro la percentuale delle quota tasse, ci somma quella delle spese (affitto, acqua, luce ecc.), ci calcola il suo guadagno, aspetta il cliente, glielo vende e il gioco è fatto. Dopo questa empirica e anche molto superficiale lezione (si fa per dire…) di economia, allarghiamo il discorso ai manufatti artigianali. Prima l’artigiano compra la materia prima, la lavora e poi la rivende ai commercianti. Molto più spesso la sua bottega si trasforma anche in esercizio di vendita al minuto e l’artigiano, smessi i “ferri del mestiere”, diventa commerciate emette in moto tutta la trafila che abbiamo descritto. Abbiamo fatto tutta questa descrizione per arrivare ad una notizia che ieri è arrivata in redazione ma che “gira” già da alcuni giorni. Sta per aumentare il prezzo del pane a Marsala. Si parla di 2,40 euro al Kg. Ma anche oltre. Ci hanno spiegato i panettieri che la farina aumenta, che le tasse non si possono più pagare (si pensi alla Tari che il Consiglio comunale ha appena aumentato…), e che il costo del lavoro non è più sostenibile. Se non fosse un argomento serio ci verrebbe da scrivere : “nessuna preoccupazione per quest’ultimo problema, con l’arrivo del jobs act Matteo Renzi risolverà la questione”. Ma il pane è una cosa seria. E’ tra materie prime quella che storicamente, quando aumenta, divenuta materia di forti contestazioni. Una leggenda narra che da una risposta della regina di Francia Maria Antonietta (…allora mangino le briosce) al popolo che protestava sull’aumento del prezzo del pane, scoppiò la Rivoluzione Francese. Con tutto il rispetto per gli operatori della varie categorie, dai contadini che coltivano il grano, ai panificatori che la lavorano la farina, fino ai commerciati che vendono il prodotto finito, l’aumento del costo del pane (legittimo, lo ripetiamo…) in un momento storico come quello che stiamo attraversando, suonerebbe stonato. Una volta i detenuti si mettevano a pane ed acqua e la citazione rimane ancora oggi come sinonimo di povertà. Di questo passo andremo avanti soltanto ad acqua.
Cronaca