In passato gli abusivi ricevevano una diffida, ora c’è l’ordinanza che va rispettata entro 30 giorni, altrimenti i responsabili saranno fatti sloggiare
Una donna con un figlio si era introdotta in un appartamento dell’istituto autonomo case popolari, di quelli che si trovano nel cuore della città, in via Filippo Noto, a due passi da via Mazzini. Si tratta di un alloggio grande più di cento metri quadri, al secondo piano. I vigili urbani del nucleo addetto al controllo dell’edilizia popolare (composto dagli ispettori Ingrassia, Tumbarello e dall’operatore amministrativo Vincenzo Scavone), su disposizione del comandante Vincenzo Menfi, ha svolto i consueti controlli scoprendo che chi si era introdotto nella casa non era il legittimo assegnatario. Una donna aveva scassato la porta e si era insediata illecitamente. Non si tratta di certo di un caso isolato, ma stavolta è stata diversa la modalità di intervento in quanto nelle volte precedenti l’abusivo – pur essendo denunciato all’autorità giudiziaria e automaticamente depennato dalla graduatoria – riceveva una diffida che lo invitava a lasciare l’alloggio. Ma si trattava di un atto non coattivo. Ora le cose sono cambiate. Chi sarà scoperto ad occupare illegalmente una casa popolare sarà anche al centro di un’ordinanza – in questo caso firmata dal dirigente di settore Aldo Scialabba e dal commissario straordinario Giovanni Bologna – che impone lo sgombero entro un mese. Qualora questo non avvenisse seguirebbe lo sgombero forzato attraverso l’ausilio di un nucleo di forze di polizia, ma, se necessario, anche operatori dell’ASP e dei servizi sociali, in caso di presenza di figli minori o di situazioni particolari di disagio.
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