Studentessa marsalese nel team di Patch Adams, il medico-clown. Ecco il racconto della madre…

Claudia Marchetti

Studentessa marsalese nel team di Patch Adams, il medico-clown. Ecco il racconto della madre…

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giovedì 04 Settembre 2014 - 16:06

Laura Pipitone, studentessa della prossima 5 B del Liceo Scientifico “P. Ruggieri” di Marsala e col sogno di diventare un medico, ha deciso di affrontare un lungo viaggio “in solitaria” e una settimana di volontariato in Costa Rica con un gruppo di aspiranti clown capitanati da Patch Adams. Come forse non tutti sanno, in data 13 giugno 2014, il famoso “Medico Clown” statunitense Patch Adams è stato ospite al Teatro Impero di Marsala. Al termine della serata, dopo aver ascoltato le sue straordinarie esperienze, mia figlia mi ha detto che il regalo più bello che le avremmo potuto fare, in occasione del suo 18° compleanno, sarebbe stato quello di permetterle di partire in missione con lui. Davanti a questa richiesta, considerato l’altissimo valore umano che rappresenta, io e mio marito, nonostante la preoccupazione, abbiamo dato il nostro consenso e da quel 13 giugno ci siamo adoperati in tal senso. Dopo aver visitato il sito internet e contattato l’organizzatore, Dario Solina (un italiano che lavora da anni nello staff di Patch Adams), Laura ha dovuto versare 1450 dollari che saranno devoluti all’associazione e in parte serviranno per le spese di vitto ed alloggio di una settimana in Costa Rica. A ciò ha dovuto aggiungere altri 1100 euro per il viaggio in aereo. Laura ha deciso di investire in questo modo i regali del suo compleanno e parte della sua borsa di studio. Inoltre, mia figlia ha dovuto integrare le vaccinazioni obbligatorie in Italia con quelle consigliate in quel Paese e preparare tutti gli strumenti necessari ad operare in abiti da clown. Domenica 31 agosto partirà da sola ad affrontare circa 28 ore di viaggio che la porteranno a destinazione. Il programma prevede di alternare un corso intensivo di preparazione al ruolo di “clown di corsia” e diverse visite in ospedali psichiatrici e pediatrici ma sopratutto una visita presso una baraccopoli (La Carpio) dove sono rifugiati i profughi del Nicaragua in condizioni al limite della sopravvivenza. Sperando che tutto andrà bene, io mio marito e l’altra figlia Simona facciamo il tifo per Laura affinchè torni arricchita da questa esperienza.

 Giusy Rosolia

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