Voi fate naturalmente, come più vi aggrada; per quanto riguarda personalmente noi, crediamo sia giunto il momento di stringerci all’on. Gianfranco Miccichè, la cui sorte si annuncia in ogni caso infausta. Candidato alle elezioni europee non è stato eletto. Aveva rivendicato, anche davanti a Berlusconi, il diritto di decidere da se se accettare o meno, la candidatura. Aveva ragione, e noi come al solito eravamo con lui. Giungevano telegrammi e e-mail da ogni parte d’Italia per invogliarlo a scendere in lizza. Arrivavano a Palermo pullman dalle più remote contrade della Sicilia, carichi di gente, anche sconosciuta, che accorreva a sollecitare il Nostro. E finalmente si decise: Gianfranco Miccichè capolista e sicuro partente per Bruxelles. Certamente avrà influito la pressione popolare, ma ieri in una intervista concessa al collega di la Repubblica, Emanuele Lauria, ha svelato il perché ha accettato la candidatura: “ Non posso vivere con la sola pensione di parlamentare di 4 mila euro al mese, ho due figli che studiano fuori….”. Poi, visto che c’era, ha risposto anche ad alcune domande di, non so se ci capite, alta politica. “Le donne di Berlusconi le ho conosciute – ha detto – ma non le ho mai utilizzate”. Bravissimo, così si fa, non toccare mai la roba d’altri… infine ha commentato l’esito elettorale: “Tanti in Sicilia hanno votato per il sardo Cicu soltanto per farmi fuori”. Bell’ambientino nell’elettorato forzista, chissà che ne pensano i suoi sostenitori marsalesi e petrosileni. Ora noi abbiamo una richiesta da fare al neo eletto Cicu: “ Onorevole, lo faccia per noi, lei che è anche deputato nazionale dato che i due seggi sono incompatibili, opti per rimanere a Roma e lasci libero il posto a Gianfranco Miccichè che tiene famiglia da mantenere agli studi”. E così, per dirla con il poeta, trafitto da un raggio di sole, sarà (è una licenza… ), subito onorevole.
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