Qualche giorno fa il Consiglio comunale di Carini ha approvato una mozione che prevede l’attuazione del registro delle unioni civili. Lo strumento, che entrerà a regime nel giro di due mesi, consentirà alle coppie di fatto – sia etero che gay – di usufruire di tutti i servizi comunali fino a ieri riservati esclusivamente alle coppie sposate: potranno entrare a far parte della graduatoria per l’assegnazione delle case popolari, ottenere agevolazioni su Imu e Tasi e accedere ai benefici previsti dal Comune a favore delle cosiddette “famiglie tradizionali”.
Non si tratta di un refuso, avete letto bene: il Comune interessato dall’approvazione del registro delle unioni civili non si trova né in Olanda, né nella “rossa” Emilia – Romagna, ma a Carini, in provincia di Palermo. Lo sottolineiamo per diverse ragioni. Anzitutto, ci siamo stancati di aspettare come la manna dal cielo un intervento su questo fronte da parte dei governi nazionali: se ne parla spesso, ma raramente si concretizza qualcosa. E, visti i precedenti – il caso dello “ius soli” insegna – il timore è che se anche si approvasse una legge organica sulle unioni civili, sarebbe il solito pastrocchio svuotato di senso, frutto di un compromesso al ribasso. Ma c’è un altro aspetto: ci siamo stancati di sentire rappresentato il Sud come il tempio della conservazione, l’area del Paese in cui non è mai il momento opportuno per un provvedimento innovativo sul fronte dei diritti civili. Anche perché la Regione Sicilia (con tutti i suoi limiti) ha comunque approvato lo scorso maggio un disegno di legge che istituiva un registro regionale delle unioni civili. E molti Comuni – anche delle nostre parti – hanno intrapreso iniziative in tal senso. Prima di Carini, per intenderci, lo strumento in questione era già stato adottato dal Comune di Favignana (nel 2011) e, più recentemente, da Trapani, Alcamo, Santa Ninfa, Valderice, Castellammare del Golfo e Partanna.
Alcuni mesi fa ci eravamo già esposti sul tema, invitando le amministrazioni comunali del territorio a intervenire. Fin qui, da Marsala e Petrosino, non abbiamo ricevuto alcun segnale d’attenzione. E al di là di un’iniziativa intrapresa anni fa dal circolo “Mauro Rostagno” della Sinistra Giovanile, non ricordiamo altri passi in tal senso. Ci auguriamo, nelle prossime settimane, di poter accogliere un’opportuna inversione di tendenza. Perché il cambiamento e la crescita di un territorio si misurano anche dalla promozione di un’idea più estesa e inclusiva di comunità.
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