Il professore Cannone, collezionista di oltre 200 strumenti musicali, ha espresso fino all’ultimo respiro la volontà di lasciare alla città natale l’imponente raccolta che dovrà costituire parte integrante del futuro allestimento del Museo musicale, intitolato al padre Gaspare, noto intellettuale anarchico e antifascista, nei locali dell’ex Chiesa San Giacomo De Espada.
Sono trascorsi 30 giorni dalla scomparsa del musicista Fausto Cannone. Nato ad Alcamo nel 1938, a soli due anni l’artista ha perso, a causa di una malattia, la giovane madre. Un dolore straziante, quello causato dalla mancanza della figura materna, che lo accompagnerà per tutta la vita. Il professore Cannone, sin dall’infanzia, dunque, ha conosciuto la sofferenza legata agli affetti più cari. Del padre Gaspare, intellettuale anarchico, il maestro Cannone ricorderà le lotte per la libertà di parola che, durante l’epoca del fascismo, costarono a lui e alla sua famiglia l’esperienza della fame. Soltanto grazie alla solidarietà degli amici, Fausto Cannone, la sorella Iole e i suoi due fratelli, Enrico e Osvaldo, supereranno i momenti difficili. Il professore Cannone ha sempre tenuto vivo, nel corso della sua esistenza, l’esempio del padre che non si chinò al regime. “L’acciaio si rompe ma non si piega”, è la risposta che il papà diede una volta ricevuta la proposta di ricoprire la carica di ministro nel governo Mussolini, e raccontata dal musicista a chi gli domandava della figura paterna. Infatti, dopo l’esperienza negli Stati Uniti come giornalista, durante la prima guerra mondiale, Gaspare Cannone tornò in Italia, intraprendendo l’attività di critico letterario e collaborando con il giornale anarchico “Umanità Nuova”, per poi diventare un esponente di spicco del movimento anarchico siciliano. Tra gli scritti che il figlio Fausto ha sempre citato, vi è la prefazione del libro di Nino Napolitano “Il Pagliaccio d’Italia”, un’opera letteraria di aspra critica nei confronti del poeta Gabriele D’Annunzio, schierato a sostegno del Duce, per l’appunto. La disapprovazione rispetto al regime fascista costeranno a Gaspare Cannone l’apertura delle porte del Castello dei Conti di Modica, che fungeva da carcere in quel periodo storico. Il professore Cannone rimembrava sempre quella struggente emozione vissuta da fanciullo nell’assistere al prelievo “precauzionale” del proprio genitore, ogni qual volta si svolgevano manifestazioni fasciste in città. Certamente, dal padre, il maestro Cannone ha ereditato la passione per la scrittura. Infatti, moltissime sue produzioni musicali sono state scritte di suo pugno. Ma è stato, per l’appunto, la musica il suo vero e primo amore che lo ha condotto a diplomarsi in canto al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo. Fausto Cannone ha, poi, continuato a studiare armonia e composizione con il maestro Eliodoro Sollima ed insegnato educazione musicale presso la scuola media Mirabella di Alcamo. Fuori dall’orario scolastico, il maestro Cannone ha istruito tantissimi giovani, soprattutto, nello studio della chitarra, uno strumento che gli ha consentito di iniziare la sua carriera artistica suonando in diversi gruppi musicali e diverse città, tra cui Genova, dove conobbe Fabrizio De Andrè e Luigi Tenco. Altro incontro determinante nella sua vita è stato quello con la cantante folk siciliana Rosa Balistreri, per la quale Fausto Cannone elaborò diverse canzoni. Da questa collaborazione e da quella con Ignazio Buttitta, al quale il maestro ha musicato 16 poesie, verrà fuori il racconto del rapporto odio-amore che contraddistingue molti corregionali nei confronti della propria terra, parole scritte in dialetto siciliano che hanno dato vita, ad esempio, al testo “Sicilia matri mia”, di Fausto Cannone, il quale lo ha anche musicato.
Centinaia sono i brani composti dal maestro, oltre 700 ballate, innumerevoli le canzoni e le poesie. Ha inciso anche alcuni 45 giri, tra cui: Pedrito Eldrito, Perfida, Addio Matera e Mi piaceva da morire. Quest’ultima è stata vincitrice del premio di Montecarlo. Ha composto anche musiche per alcune compagnie teatrali: Filumena Marturano, Natale in casa Cupiello, Questi Fantasmi, La Giara, L’Avaro, scritte per La Filodrammatica del Corso. Tra le musiche per balletti si ricorda: Danse et thèatre pour vivre la Sicile, dedicata alla ballerina italo-francese Ivana Lo Monaco. Nel 2008 ha pubblicato il disco “Diario d’amore: Musiche per sognare”. Tra le liriche musicali dedicate ai personaggi religiosi vanno, invece, citate quelle composte in onore di Padre Pio, Giovanni Paolo II, Papa Francesco, e Madre Teresa di Calcutta che il musicista ha avuto la fortuna di conoscere in India, durante uno dei suoi innumerevoli viaggi in giro per il mondo. La frase di Madre Teresa “Look at the sky” (Guarda il cielo), rivolta all’artista, ha segnato profondamente la vita di Cannone. Il suo ultimo lavoro “In nome della legalità”, è invece una compilation che raccoglie le storie di uomini che hanno lottato contro la mafia nella sua struggente Sicilia: Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Peppino Impastato, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rosario Livatino. Ai primi due, Fausto Cannone ha dedicato due acrostici eseguiti in una delle sue ultime esibizioni e, nello specifico, in occasione della commemorazione della strage di Via D’Amelio, nel 2016, in piazza Falcone-Borsellino. Il professore Cannone ha scritto, inoltre, delle canzoni a seguito dell’attentato al Bataclan, a Parigi. Infatti, Fausto Cannone è stato un cantastorie sensibile agli avvenimenti dolorosi non solo della sua regione, ma anche alle diffuse sofferenze umane in ogni parte della terra. E, come prima accennato, i suoi viaggi hanno avuto un ruolo fondamentale nel suo impegno artistico e culturale, nonché sociale.
Il professore Cannone si è esibito infatti in diverse nazioni, come Francia, Gran Bretagna, Cuba, dove ha suonato per quattro volte al teatro Graçia Lorca. Mentre, si è svolto in Africa, e in particolar modo in Congo, un altro dei suoi importanti incontri che lo hanno arricchito spiritualmente. Nel cuore del continente nero, infatti, il maestro, dove si era recato come volontario, ha insegnato canti e musica ai pigmei della foresta pluviale di Bikiato. La musica, infatti, è sempre stata considerata da Fausto Cannone lo strumento per diffondere la pace in tutto il mondo. Il dialogo tra i popoli è il tema centrale di diversi incontri con Bruno Ficili, più volte candidato al premio Nobel per la pace.
Moltissimi sono stati i premi ricevuti nel corso della carriera dal professore Cannone. Ne citiamo alcuni: L’Oscar Giordano Bruno (2005-2014), L’Oscar del Mediterraneo (2006), Premio nazionale Liolà (2006), Il Satiro Bronzeo (2007), La Pigna D’Argento (2008), il Riconoscimento Donna Fugata (2010), il Gran Galà dello Sport Città di Alcamo (2010), il Riconoscimento Rotary Club di Castellammare del Golfo (2011),il premio ricevuto per la Giornata Mondiale della poesia (2013), il Gran Galà del Maestro Riino (2014) il premio Festival canzoni sotto le stelle (2016), i riconoscimenti del Kiwanis (2015 e 2016), il premio per la Giornata Provinciale della legalità (2017), ricevuto dalla consulta provinciale degli studenti.
Il maestro Cannone è anche conosciuto per la sua collezione unica in Sicilia: oltre 200 strumenti musicali, per la maggior parte entici e floklorici, ricercati e acquisiti nel corso dei suoi viaggi. Il professore Cannone ha espresso fino all’ultimo respiro la volontà di lasciare alla città natale l’imponente raccolta che dovrà costituire parte integrante del futuro allestimento del Museo musicale, intitolato al padre Gaspare, nei locali dell’ex Chiesa San Giacomo de Espada. Un segno della generosità che ha contraddistinto la sua intera esistenza, sempre a fianco dei più deboli, in prima linea nel denunciare i soprusi sociali, così pure nella lotta contro l’arroganza del potere e cosa nostra, perché come un verso delle sue canzoni da lui composte recitava “Combattere la mafia vuol dire libertà”. E la sua vita, dedicata alla musica, ne è stata certamente una delle espressioni più significative. Si terrà alle 17.30 del pomeriggio, presso la Chiesa Madre, la cerimonia voluta dalla moglie Caterina, sempre al suo fianco nel suo viaggio più rilevante, quello della vita, per ricordare l’artista alcamese scomparso l’11 settembre scorso.
Linda Ferrara