Nel corso della seduta consiliare di ieri sera, il sindaco Surdi ha informato l’Aula Falcone-Borsellino in merito alla crisi scaturita dall’impossibilità di conferimento dei rifiuti organici negli impianti ad hoc e attualmente carenti nell’Isola, chiamando in causa la Regione dalla quale finora non è pervenuta alcuna risposta.
Due sono stati gli atti importanti deliberati dal Consiglio comunale di Alcamo nel corso della seduta di ieri sera. Innanzitutto, il Pef (Piano economico finanziario del servizio dei rifiuti) 2019 che ha stabilito un aumento preventivo per l’ente di circa 450 mila euro per la raccolta dell’organico e circa 137 mila euro costi della SRR TP Nord. Una crescita dei costi che, se confermati, verranno spalmati sui cittadini alcamesi. L’incremento si è già verificato lo scorso anno. Una responsabilità che l’amministrazione grillina ha addebitato al governo regionale, che non sembra avere soluzioni riguardo l’impiantistica dell’Isola. Per Alcamo e per i comuni della SRR Trapani Nord, comunque, la lievitazione dei costi è stata registrata in particolare a seguito del sequestro della Sicilfert di Marsala, tuttora priva di amministratore giudiziario. Dopo la chiusura dell’impianto lilibetano, il costo a tonnellata dei rifiuti organici è praticamente raddoppiato da 90 euro a 180 euro. “Un meccanismo di mercato becero, vergognoso” lo ha definito il sindaco Surdi. In questi giorni, inoltre, a causa della chiusura per manutenzione della piattaforma di Catania, dove è stato dirottato il conferimento del rifiuto organico per i comuni del trapanese, si è fermata la raccolta nelle città con il rischio, se dovesse prolungarsi lo stop, di problemi igienici e sanitari. Il sindaco Domenico Surdi ha manifestato la sua preoccupazione, al momento delle comunicazioni, per la situazione di stallo e per il mancato riscontro da Palermo. “Nessuna risposta dalla Regione”, ha affermato il primo cittadino. Ad oggi, dunque, non esistono sull’isola impianti che potrebbero ricevere i citati rifiuti.
Dalle opposizioni, però, in sede di discussione sul Pef si sono elevate diverse critiche. Il capogruppo dell’UDC, Saverio Messana ha affermato: “Ognuno si assuma le sue responsabilità. Voi avete vinto le elezioni ad Alcamo. I cittadini alcamesi vi hanno dato fiducia. È giusto dare le risposte prendendosi le proprie responsabilità, non fare da scaricabarile. Questo non mi piace, lo scaricabarile. Sempre colpa della Regione”, chiamando in causa, a sua volta, le responsabilità del governo nazionale. L’esponente del Pd, Filippo Cracchiolo, ha ripreso l’amministrazione sul mancato introito, come prospettato da parte dell’ente, dalla differenziata del vetro e dei metalli. Inoltre, il consigliere dei Dem ha imputato l’innalzamento dei costi anche al ritardo della gara per individuare la nuova ditta che dovrebbe occuparsi della raccolta dei rifiuti in città (era stato previsto il nuovo ingresso dal primo marzo). “Noi in questa fase non possiamo che farle una promessa: qualsiasi protesta portata avanti dal sindaco di Alcamo, congiuntamente agli altri sindaci della provincia di Trapani, vedrà partecipe questo Consiglio comunale. Saremo con lei signor sindaco, perché i problemi del comune sono i problemi di questi consiglieri comunali”. Poi, ha aggiunto: “L’amministrazione 5 Stelle si deve assumere le sue responsabilità”, in riferimento ai Pef degli anni precedenti. Sempre dai banchi della minoranza è arrivato il giudizio negativo sul piano della giunta pentastellata, varato a pochi mesi dal suo insediamento quasi tre anni fa, che non ha portato ai risultati sperati: un taglio di 1 milione e 400 mila euro. Con l’affidamento alla nuova ditta, dovrebbe infatti arrivare un risparmio soltanto di 250 mila euro. “Piano dell’eterna promessa” lo ha definito la consigliera comunale dell’UDC, Rita Norfo. La consigliera democristiana ha poi criticato la giunta Surdi sul compostaggio perché, a suo dire, non ha fatto abbastanza su questo campo. Per ABC-Alcamo Cambierà, è intervenuta la consigliera comunale Caterina Camarda. “Piano delle speranze uccise, devastate”, così l’esponente politico ha definito il progetto dell’amministrazione grillina in materia di rifiuti.
La seduta del Consiglio comunale è stata sospesa dal Presidente, Baldo Mancuso, per un battibecco in Aula tra l’assessore all’ambiente, Vito Lombardo, e il consigliere Messana, nato da un’incomprensione del primo sulla posizione del secondo in merito alla proposta di possibili impianti di trattamento dei rifiuti in città. Rosalba Puma (M5S), presidente della quarta commissione competente in materia di ambiente, ha ricordato l’incontro, avvenuto la scorsa settimana a Palermo, tra i presidenti e i vicepresidenti del Comitato Tutela Ambiente e Territorio di Alcamo e del Comitato No Inceneritore – Gassificatore di Calatafimi-Segesta e l’assessore regionale all’ambiente Pierobon, al quale sono state portate le 9000 firme raccolte sulle due petizioni popolari sorte per evitare la costruzione di due impianti privati di trattamento rifiuti: uno in contrada Citrolo di Alcamo della ditta Asja Ambiente; l’altro in contrada Gallitello di Calatafimi-Segesta della ditta Solgesta. Poi, la consigliera grillina ha menzionato il progetto sull’impianto pubblico di compostaggio aerobico di contrada Lagani di Calatafimi-Segesta, in un terreno confiscato alla mafia, per il quale la Regione aveva stanziato un finanziamento di 15 milioni di euro, ma mai realizzato. Rispondendo alla collega Norfo, dopo, l’esponente pentastellata ha precisato che grazie al regolamento IUC, approvato l’anno scorso, è stata introdotta la possibilità di riduzione del 40% della Tari per i cittadini che utilizzano la compostiera. Alla fine del dibattito, la votazione sul PEF si è così conclusa: 12 favorevoli (M5S) 5 contrari (Cracchiolo, Messana, Norfo, Camarda, Pitò) 1 astenuto (Calandrino). L’immediata esecutività è stata invece votata in tal modo: 12 a favore (M5S), 6 astenuti (Cracchiolo, Messana, Norfo, Camarda, Pitò, Calandrino), nessun contrario.
Successivamente, si è passati alla trattazione delle modifiche al regolamento per la disciplina della IUC (imposta unica comunale). Quattro sono le modifiche sostanziali e concernono: la documentazione da presentare all’ente da parte dei soggetti che possono essere esclusi al pagamento della Tari in quanto produttori di rifiuti non conferibili al pubblico servizio; la riduzione del 10% della parte variabile della tariffa per gli esercizi commerciali, con superficie minore o uguale a 250 mq che adottano distributori automatici “a spina”; la possibilità di ricorrere alla compensazione per i contribuenti che hanno versato in eccesso somme relative alla Tares e Tari, riconosciuto il rimborso; il rinnovo annuale automatico della domanda presentata dai cittadini che vogliono usufruire dello sconto sulla parte variabile della Tari dotandosi della compostiera per i rifiuti organici. La deliberazione sulla proposta è stata realizzata per parti separate. Una prima parte, è stata sottoposta a 9 votazioni, dato le modifiche apportate a diversi articoli. La seconda, ha riguardato l’intera delibera così approvata: 19 favorevoli (14 M5s, 2 Abc-Alcamo Cambierà, 1 PD, 1 UDC, 1 Sicilia Futura), contraria la consigliera Rita Norfo. L’immediata esecutività è stata deliberata favorevolmente da 19 consiglieri comunali (come prima). Si è astenuta l’esponente dell’UDC, Norfo.
Due emendamenti sono stati sottoposti all’Aula Falcone-Borsellino. Il primo è stato firmato dalla consigliera grillina Laura Barone più quattro consiglieri comunali, ed ha avuto ad oggetto la disciplina per coloro che producono rifiuti speciali. Una questione che finalmente sembra essere stata superata, ma che in passato ha prodotto diverse controversie giudiziarie tra il comune e gli autoriparatori, in particolare, e svariati debiti fuori bilancio dell’ente. Come detto, è stata chiarita la documentazione relativa al riconoscimento per l’esclusione delle superfici non assoggettate a Tari la cui presentazione, grazie all’approvazione di detto emendamento, può avvenire anche mediante soggetti terzi che stipulano una convenzione con il Comune. Tra maggioranza e opposizione consiliare vi sono state nel corso dell’attuale consilatura diversi dibattiti accesi. Nel 2017, infatti, i grillini avevano bocciato una mozione del Pd che metteva in risalto la problematica dell’interpretazione della legge da parte degli uffici per la succitata citata categoria di soggetti. Un atto di indirizzo politico che, come ribadito ieri sera, non aveva convinto i pentastellati perché prevedeva la sospensione del pagamento del tributo. Dopo la risposta del MEF all’interrogazione parlamentare del deputato grillino Antonio Lombardo, avvenuta lo scorso anno, sono stati chiariti dubbi in merito e il Movimento Cinque Stelle ha presentato in Aula Consiglio una mozione che indirizzava l’amministrazione a intervenire sul regolamento ieri approvato. Un secondo emendamento, che ha cassato il punto B della proposta di modifica al regolamento, è stato presentato dal consigliere Comunale Pitò. Da quest’ultimo, nel corso della seduta, è stata anche esposta una interrogazione sulla mancata attuazione della mozione sulla rideterminazione dei valori Imu fermi al 2004. La seconda, avente ad oggetto contrada Triolo, è stata ritirata.
Linda Ferrara