Seguiamo da anni il Consiglio comunale di Marsala e ogni tanto diamo anche una sbirciatina alle riunioni di quelli dei comuni vicini. Si può dire, senza falsa modestia, che una certa esperienza ce la siamo fatta. Ci sono sedute inutili, un nostro amico dice che lo sono tutte, altre più interessanti alcune davvero importanti. Tra queste quelle di fine anno quando il Massimo Consesso Civico è chiamato ad approvare il Bilancio di previsione e gli importanti atti ad esso collegati. Cambiano i tempi, da prima a seconda repubblica, da sindaci eletti dal Consiglio comunale a quelli direttamente dalla gente eppure il rito che si consuma è sempre lo stesso. Cominciano quelli della maggioranza che magari hanno ottenuto, politicamente s’intende, poco. Minacciano emendamenti, accusano l’amministrazione che nella stesura degli atti si è confrontata poco con loro. Poi arrivano gli specialisti. Quelli che hanno un settore dove intervenire. E dato che Marsala è una città molto estesa sul territorio, arrivano anche quelli che magari abitano in una zona e cercano di veicolare somme di denaro verso i loro “feudi” elettorali. Insomma tutti tirano per la classica giacca l’Amministrazione. A questo punto scendono in campo i mediatori. Quelli che sono “sensibili” alle esigenze della gente. Intervengono in Aula e noi spesso ascoltiamo frasi del tipo: “Troviamo un accordo per il bene della città” e poi ancora, “la gente ci chiede risposte” e infine, lo giuriamo, abbiamo anche ascoltato un consigliere affermare, sempre per il bene comune, che per trovare una soluzione al problema che era in discussione occorreva che le parti “si tagliassero un braccio per ciascuno”. L’opposizione quelle volte che è stata davvero tale, è arrivata al massimo a minacciare di abbandonare l’aula e la frase più gettonata è stata quella “Se avete i numeri governate”, naturalmente rivolta ai colleghi della maggioranza. E così passano gli anni: ora le “facce” sono nuove, ma gli interventi sono sempre vecchi. Chi era in maggioranza e sosteneva l’amministrazione aveva una posizione politica che ora, che si trova all’opposizione, ha lasciato agli altri, a quelli dell’ex minoranza. Cambiano i ruoli ma gli argomenti restano gli stessi e la città, le città, il Paese tutto, aspettano.
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