Chi effettua i lavori di ripristino della sede stradale subito dopo un incidente? Chi si occupa – per intenderci – di rimettere in sesto la segnaletica o il manto stradale in caso di danni dovuti al sinistro? A chiederselo è il consigliere comunale del Psi Michele Gandolfo, che già un mese fa aveva presentato un’interrogazione all’amministrazione comunale per avere chiarimenti a riguardo.
“In un primo momento – spiega l’esponente socialista – avevo chiesto tutta la documentazione relativa all’appalto di gestione, interrogando l’amministrazione sulle motivazioni per cui l’azienda che ha partecipato alla manifestazione di interesse non espleta tale servizio, che risulta invece effettuato da un’altra ditta senza alcuna autorizzazione”.
Nel testo della sua nuova interrogazione Gandolfo spiega di essere poi venuto a conoscenza, tramite gli organi di stampa, che è l’Aimeri Ambiente ad occuparsi del servizio di ripristino stradale. In ragione di ciò, il consigliere del Psi chiede adesso se l’azienda in questione “è munita di iscrizione ed autorizzazione in materia ambientale necessaria per espletare il servizio oggetto di affidamento”; “se è stato rispettato quanto disposto dal decreto legislativo n°152 del 03/04/2006 in merito alla gestione, controllo, stoccaggio e tracciabilità della filiera dei rifiuti prodotti per effetto dell’attività di ripristino post-incidente, con aspirazione di liquido inquinante e se il personale operante è stato opportunamente formato per svolgere tale servizio”; se l’intervento di pulitura e manutenzione della piattaforma stradale post-incidente sia stata effettuata nel pieno rispetto della normativa del codice della strada e del testo unico in materia di tutela ambientale; “se per tale servizio effettuato impropriamente dall’azienda Aimeri, è prevista una retribuzione, con conseguente danno erariale a carico del Comune, ricordando infatti che le aziende che si occupano di ripristino sede stradale non sono pagate dalle A.C. ma dalle assicurazioni”.
Infine, Gandolfo chiede al responsabile locale dell’anticorruzione, il segretario generale Bernardo Triolo se ravvisa in tali procedure estremi di reato, diffidando l’amministrazione comunale e i dirigenti a fornire la documentazione richiesta entro i termini di legge previsti.