“Marsala non vive di turismo”, calano le entrate dell’imposta di soggiorno ma c’è un’anomalia

redazione

“Marsala non vive di turismo”, calano le entrate dell’imposta di soggiorno ma c’è un’anomalia

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martedì 02 Dicembre 2025 - 06:00

Marsala continua a essere percepita come una destinazione dal potenziale immenso: mare, storia, vini celebri, tramonti sullo Stagnone che hanno fatto il giro del mondo. Ma dietro l’immagine da cartolina, il 2025 consegna un quadro complesso, fotografato con precisione da Gaspare Giacalone, presidente dell’Associazione Strutture Turistiche di Marsala: “Alla luce degli ultimi dati forniti dall’Amministrazione Comunale posso dire senza tema di smentita che a fine ottobre 2025 i turisti paganti l’imposta di soggiorno saranno il 22,10% in meno rispetto al 2024. Lo stesso vale per i soggiorni“. Un segnale significativo proprio mentre operatori, forze politiche e futuri amministratori pianificano il 2026.

L’analisi

Giacalone spiega di aver avviato l’analisi già a giugno, per valutare gli effetti del Raduno dei Bersaglieri. I numeri erano incerti, poi ad agosto sono arrivate nuove richieste da parte di gruppi politici interessati a comprendere l’andamento dell’occupazione cittadina. Oggi il quadro è chiaro. E la realtà economica della città fornisce un contesto eloquente: 80.000 abitanti, circa 27.000 lavoratori, di cui 4.000 in agricoltura, 4.000 nell’industria, 5.000 nel commercio, 3.500 nel settore pubblico e 10.000 nel terziario non commerciale. Dentro questi ultimi si colloca il turismo, che tuttavia coinvolge stabilmente solo un migliaio di lavoratori, più un altro migliaio attivo saltuariamente nell’indotto.

500mila soggiorni ma solo 158mila turisti hanno pagato l’imposta

Marsala non è una città che vive di turismo” ribadisce Giacalone, e i dati lo confermano: 14 alberghi, 98 strutture extralberghiere classificate, quasi 1.000 affitti brevi, spesso gestiti senza una reale professionalizzazione. Nel 2024 l’Ufficio Turistico Regionale ha certificato 500.154 soggiorni, equivalenti a circa 104.000 arrivi, un numero che però non coincide con i 158.189 turisti paganti l’imposta di soggiorno, generando un divario del 66% per il quale non esiste ancora una spiegazione ufficiale. Per il 2025 la previsione è negativa: –22,12% di turisti paganti e –21,12% di pernottamenti. Non meglio va allargando lo sguardo alla provincia: la nota CNA del 5 agosto parla di una crisi del comparto extralberghiero in linea con il dato nazionale, dove il turismo balneare segna –30%, quello urbano –18% e la Sicilia occidentale oltre –15%.

Tutte le criticità strutturali

Le criticità sono note e strutturali: trasporti inadeguati, un aeroporto – Trapani Birgi – privo di una programmazione stabile delle rotte, strade disseminate di cantieri infiniti, gallerie chiuse, collegamenti ferroviari quasi inesistenti. Sul fronte locale mancano spiagge pubbliche attrezzate, i prezzi dei lidi e della ristorazione risultano troppo elevati per molte famiglie, e diverse infrastrutture risultano abbandonate: dall’“Hub turistico” al monumento dei Mille al Welcome del Porto, fino all’Ufficio turistico smantellato e gestito in emergenza dalla Pro Loco dopo il ritiro della società aggiudicataria. Perfino le eccellenze vengono mortificate: la pista ciclopedonale dello Stagnone, celebrata all’estero, oggi è sconnessa, invasa dalle auto e dalle erbacce; la ciclabile del lungomare è stata inglobata in un cantiere interminabile. Il risultato è un’esperienza turistica che alterna scorci meravigliosi a disservizi evidenti: spiagge non curate, servizi carenti, atmosfere serali poco rassicuranti e risse che danneggiano l’immagine della città. Molti marsalesi non ci fanno più caso; altri minimizzano. Ma i visitatori – e i marsalesi che tornano dopo mesi fuori – notano tutto. E questo pesa. Le amministrazioni locali, da sole, non possono affrontare criticità così ampie. Per questo la CNA propone gli Stati Generali del Turismo della Sicilia Occidentale, un vero tavolo di lavoro per ripensare il futuro. Una strada che anche Marsala dovrà imboccare davvero, evitando le vetrine senza risultati che hanno contraddistinto eventi come il Raduno dei Bersaglieri. La sfida è chiara: trasformare un potenziale enorme in un turismo sostenibile, competitivo e organizzato. Perché i numeri, da soli, non raccontano il domani. Lo costruiscono.

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