“Occhio a non tornare al lavoro più vecchio del mondo”, insulti alla consigliera trapanese Patti

redazione

“Occhio a non tornare al lavoro più vecchio del mondo”, insulti alla consigliera trapanese Patti

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martedì 28 Ottobre 2025 - 11:37

Un messaggio privato, poche righe cariche di odio e di sessismo, poi il blocco. È bastato questo per accendere l’indignazione a Trapani. La consigliera comunale Marzia Patti è stata insultata sui social da un utente, che dopo averle scritto parole indegne è stato immediatamente bannato. Ma Patti ha scelto di non tacere: ha reso pubblico l’accaduto, denunciando il degrado culturale che ancora oggi colpisce le donne impegnate nella vita politica e pubblica. “Trapani merita rispetto — scrive la consigliera —. Vogliamo davvero una città dove un uomo può insultare una donna, una dirigente politica, insinuando ed usando parole indegne? È questo il futuro che vogliamo? Io no! Vogliamo una Trapani che discute, non che odia. Che rispetta, non che offende. Io non mi fermerò davanti a queste meschinità, e non fermerete le donne che fanno politica con passione e coraggio”.

Marzia Patti

La solidarietà del Presidente dell’Assise Civica Mazzeo e dell’on. Safina

Le parole di Patti hanno trovato immediata eco nel mondo politico. Il presidente del Consiglio comunale, Alberto Mazzeo, ha espresso “profondo disappunto e rammarico”, condannando ogni forma di aggressione verbale e ricordando che “il dibattito politico deve mantenersi nei limiti del rispetto e del confronto civile, fondamenti indispensabili di una democrazia sana”. Durissimo anche il commento di Dario Safina, che parla di “anno zero culturale”: “Altro che futuro e rinascimento! Se nel 2025 le donne che fanno politica sono ancora insultate e attaccate, allora abbiamo un problema serio. Avanti tutta, Marzia, testa alta e spalle dritte!”.

Si esprime anche Valerio Antonini

Anche il patron sportivo Valerio Antonini ha espresso solidarietà: “Che venga reso pubblico il nome di questo villano. Non possiamo tollerare chi, nella nostra società, si esprime ancora come un troglodita medievale”. Dopo, nello stesso post, passa subito però a parlare ancora di Palashark.

Lungo intervento delle Donne Democratiche

Le Donne Democratiche denunciano “un preoccupante crescendo di offese sessiste rivolte a donne impegnate nella vita pubblica”. “Siamo indignate e sgomente per quanto accaduto alla consigliera comunale Marzia Patti, donna democratica di grande impegno civile e politico, destinataria di parole gravemente offensive e sessiste da parte di un giovane attraverso i social – affermano -. La ringraziamo per il coraggio con cui ha scelto di rendere pubblica questa vicenda: un gesto che può essere da stimolo per tante altre donne a denunciare simili comportamenti, perché solo chiamando le cose con il loro nome è possibile innescare un vero cambiamento culturale. Negli ultimi mesi stiamo assistendo a un preoccupante crescendo di offese sessiste rivolte a donne impegnate nella vita pubblica, a Trapani e non solo. Troppi uomini, invece di confrontarsi sul merito delle idee e dell’operato, credono di poter sminuire il valore di una donna colpendola sul piano personale, estetico o morale. Uno studio recente sulle offese di genere nel linguaggio politico italiano evidenzia le categorie più ricorrenti: donne considerate abusive, non meritevoli di ruoli pubblici; privilegiate, solo perché legate a un uomo facoltoso; nemiche delle donne e dei bambini, accusate per le loro posizioni su temi sensibili come l’aborto; autoritarie, tacciate di essere contro la libertà di stampa o di pensiero; poco attraenti, oggetto di giudizi sgradevoli sull’aspetto fisico; bugiarde, incoerenti, inaffidabili o incompetenti, dipinte come indegne di ruoli di responsabilità. La donna che sceglie di esporsi in politica viene spesso colpita con l’intento di minare la sua credibilità, di delegittimare la sua parola e di distruggere la sua reputazione. A questo si aggiungono narrazioni basate sulla vita privata, usate per accentuare tratti negativi o costruire una percezione distorta e denigratoria. Ciò che inquieta maggiormente è che tutto questo avviene alla luce del sole, senza alcun timore di conseguenze giudiziarie o, ancor peggio, senza alcuna sanzione sociale. Mentre ci avviciniamo alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ricordiamo che, se il femminicidio rappresenta l’apice della violenza di genere, la sua base nascosta si alimenta ogni giorno nel linguaggio sessista, negli stereotipi e nelle offese normalizzate”.

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