Scontro Cgil-Regione Sicilia: “Non investiamo nel riarmo ma in trasporti ferroviari”

redazione

Scontro Cgil-Regione Sicilia: “Non investiamo nel riarmo ma in trasporti ferroviari”

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mercoledì 08 Ottobre 2025 - 06:30

La recente riprogrammazione dei fondi del Programma Regionale FESR 2021-2027 da parte della Regione Siciliana ha acceso una dura polemica tra il governo regionale e il sindacato della CGIL. Al centro dello scontro, la destinazione di 252 milioni di euro che, secondo il sindacato, verrebbero utilizzati per “sviluppare infrastrutture di difesa resilienti”, ovvero — sempre secondo la CGIL — per finalità legate al comparto militare.

CGIL: “Scelta gravissima, fondi tolti alla lotta alle disuguaglianze”

Christian Ferrari, segretario confederale della CGIL nazionale, e Alfio Mannino, segretario generale della CGIL Sicilia, non hanno usato mezzi termini. “La Regione ha deciso di stornare 252 milioni di euro per sviluppare infrastrutture militari, giustificando l’operazione con un generico utilizzo anche a fini civili”, dichiarano i sindacalisti. Ferrari e Mannino parlano di una “decisione gravissima” che, a loro dire, “sottrae fondi europei e nazionali destinati alla lotta alle diseguaglianze sociali e territoriali, per utilizzarli a fini militari”. Per la CGIL, la Sicilia ha ben altre priorità: “Servono investimenti per la crescita economica, la creazione di buona occupazione, la sanità pubblica e l’istruzione”. Inoltre, i due segretari contestano la trasparenza del processo decisionale. “La Regione sostiene che il provvedimento sia stato condiviso con il partenariato istituzionale, economico e sociale, ma questo è falso. Alle parti sociali era stato garantito esattamente il contrario: nessun investimento di natura militare”.Continueremo a vigilare e ad opporci in ogni modo a un’insensata corsa al riarmo – concludono – che non porterà nulla di buono né alla Sicilia né al Paese”.

La Regione: “Nessun investimento per il riarmo, fondi per il trasporto ferroviario”

Immediata la smentita da parte della Regione Siciliana, che definisce “prive di fondamento” le accuse della CGIL. In una nota ufficiale, l’amministrazione chiarisce che non si tratta né di 252 milioni, né tantomeno di fondi destinati al riarmo. Secondo la Regione, sono stati ricollocati 176 milioni di euro (e non 252) nell’ambito della priorità “trasporti” del programma FESR. I fondi saranno utilizzati per il progetto di interramento della linea ferroviaria e per il prolungamento della pista dell’aeroporto di Catania Fontanarossa, un’opera dal valore complessivo di 567,6 milioni di euro, già inserita nella pianificazione nazionale e regionale. “Nessuna somma è stata destinata a scopi militari”, ribadisce la Regione, che considera le polemiche sollevate “strumentali e fuorvianti”.

Una questione politica e semantica

Il caso solleva interrogativi non solo sulle scelte di allocazione dei fondi europei, ma anche sul linguaggio usato nei documenti ufficiali e nelle comunicazioni tra istituzioni e parti sociali. Termini come “mobilità militare”, “presìdi di rilevanza nazionale ed europea” e “infrastrutture di difesa resilienti” si prestano a interpretazioni diverse, alimentando la tensione tra chi vede in questi progetti un’opportunità per potenziare le infrastrutture e chi li interpreta come un pericoloso scivolamento verso investimenti militari. Resta da vedere se la questione avrà ulteriori sviluppi a livello politico o giudiziario, ma il confronto tra CGIL e Regione ha già acceso un dibattito importante su come e per cosa vengano spesi i fondi europei in Sicilia.

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