Il Ponte sullo Stretto ha già raggiunto un primo, seppur simbolico, traguardo: ha collegato, con un fascicolo, la Corte dei Conti a Bruxelles. Il governo tende a minimizzare le richieste di chiarimento arrivate sia dai magistrati contabili sia dalla Commissione Europea, definendole parte di un normale confronto istituzionale. Gli uffici competenti sono già al lavoro per predisporre una risposta articolata che affronti punto per punto le perplessità sollevate. La Commissione UE, da parte sua, ha fatto sapere di essere in costante dialogo con l’Italia e che lo “spirito del governo è collaborativo”.
Le richieste della Commissione Europea
Su un punto, però, non ci sono dubbi: la vicenda rischia di rallentare ulteriormente un progetto che ha già subito decenni di rinvii e cancellazioni, costando miliardi prima ancora di vedere l’inizio dei lavori. Il governo ora si trova a un bivio. La Commissione Europea non ha indicato scadenze precise per le risposte, ma la Corte dei Conti sì: venti giorni a partire dalla notifica, che scadranno a metà ottobre. Tra le informazioni richieste, figura anche un aggiornamento sull’interlocuzione con Bruxelles. Uno dei punti più controversi evidenziati nel dossier inviato dai magistrati contabili alla Presidenza del Consiglio riguarda la gestione delle criticità ambientali.
La lettera UE e le criticità ambientali
Le preoccupazioni ambientali emergono anche nella lettera del 15 settembre inviata dal funzionario europeo Eric Mamer al direttore generale per le Valutazioni Ambientali (VA) del MASE, Gianluca Nocco. Nonostante il linguaggio istituzionale, le criticità sollevate dalla Commissione pesano come un macigno. Nel documento di tre pagine si legge che la Commissione ha identificato diverse aree che richiedono ulteriori misure per garantire la conformità del progetto con la normativa ambientale europea. Si fa riferimento in particolare:
- ai Monti Peloritani (Sicilia),
- alla Costa Viola (Calabria),
- ai fondali marini dello Stretto.
Tutti questi siti fanno parte della rete europea Natura 2000, creata per proteggere habitat naturali di rilevanza comunitaria.
La procedura IROPI e gli obblighi ambientali
Per superare una valutazione ambientale inizialmente negativa, il Consiglio dei Ministri ha attivato ad aprile la procedura speciale IROPI (“Imperative Reasons of Overriding Public Interest”). Questa deroga consente l’approvazione di un progetto anche in presenza di impatti ambientali rilevanti, a patto che vi siano motivi di interesse pubblico superiore. In questo caso, il ponte è stato dichiarato opera di interesse strategico e militare. Tuttavia, la procedura IROPI comporta obblighi precisi:
- Devono essere predisposte misure compensative per mitigare i danni ambientali.
- Tali misure devono essere valutate e approvate dalla Commissione Europea prima dell’inizio dei lavori.
La Commissione ricorda inoltre che su questo fronte è ancora pendente una procedura di infrazione avviata nel 2005.
Le richieste tecniche della Commissione UE
Nel dettaglio, la Commissione chiede:
- Valutazioni ambientali aggiornate
- Utilizzo di dati scientifici aggiornati sulle condizioni ambientali dei siti Natura 2000 interessati.
- Inclusione degli obiettivi di conservazione specifici per ciascun sito.
- Analisi degli impatti
- Valutazione trasparente di tutti i tipi di impatto sugli habitat e sulle specie protette.
- Analisi delle misure di mitigazione proposte.
- Conclusioni chiare
- Esplicitazione del livello di impatto su habitat, specie e sottopopolazioni.
- Valutazione degli effetti cumulativi e sinergici.
- Aspetti specifici richiesti
- Approfondimento sulla valutazione dei flussi migratori degli uccelli.
- Analisi di aria, acqua e rumore nella Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Le conseguenze per il progetto
La Commissione sottolinea l’importanza di conciliare l’interesse pubblico con la tutela ambientale, come già avvenuto in altri Stati membri dell’UE. Evidenzia inoltre di aver ricevuto numerose segnalazioni e interrogazioni parlamentari che sollecitano un suo intervento. Il parere della Corte dei Conti sarà decisivo per il prosieguo del progetto, in particolare per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera del Cipess. Senza questo passaggio, i cantieri preliminari, annunciati per fine 2025 dal ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, non potranno partire.