Giustizia: parte il lavoro da remoto per i magistrati, prima sperimentazione in Sicilia

redazione

Giustizia: parte il lavoro da remoto per i magistrati, prima sperimentazione in Sicilia

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lunedì 08 Settembre 2025 - 07:00

La giustizia italiana accelera verso una trasformazione digitale senza precedenti: l’introduzione del lavoro da remoto per i magistrati è realtà. Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha dato il via a una delle riforme più innovative degli ultimi anni, assegnando i primi sei giudici “smart” al Tribunale di Agrigento, una delle sedi giudiziarie più in difficoltà del Paese. L’iniziativa, inserita all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), punta a ridurre drasticamente l’arretrato nei procedimenti civili e a velocizzare i tempi della giustizia, in linea con gli obiettivi richiesti dall’Unione Europea. Si tratta di un progetto pilota che coinvolgerà progressivamente fino a 500 magistrati entro il 30 giugno 2026, con l’obiettivo ambizioso di smaltire almeno 25mila fascicoli in meno di 300 giorni.

Un nuovo modello di giustizia: flessibile, digitale, volontaria

Il piano si fonda su due principi cardine: volontarietà e flessibilità. I magistrati vengono selezionati tramite un interpello – una sorta di concorso interno aperto a tutta la magistratura ordinaria – e possono operare da remoto, gestendo i fascicoli di altri distretti in difficoltà. Ogni giudice si impegna a trattare almeno 50 procedimenti civili, con la possibilità di ricevere incentivi economici fino a 10.000 euro per ogni blocco di fascicoli chiuso. In caso di performance particolarmente brillanti, il bonus può raddoppiare. Anche magistrati con incarichi direttivi o impegnati nel settore penale possono candidarsi, a patto di avere un’esperienza pregressa nel civile. Il primo interpello si aprirà il 4 settembre e si chiuderà l’8, con applicazione effettiva immediata fino alla conclusione del Pnrr.

Agrigento, il primo banco di prova

Il Tribunale di Agrigento sarà il primo a sperimentare questo nuovo assetto organizzativo. Sei magistrati opereranno a distanza, contribuendo a ridurre l’arretrato di uno dei tribunali più sovraccarichi d’Italia. Oltre alla gestione dei fascicoli, i giudici potranno tenere udienze online – qualora richieste dalle parti e autorizzate – e ricevere nuove cause anche durante il periodo di lavoro remoto. Il provvedimento prevede inoltre bonus legati all’anzianità di servizio, rendendo il progetto appetibile anche per magistrati con lunga esperienza.

Le “zone rosse” della giustizia: Sud e Isole sotto osservazione

L’intervento si concentra in particolare sulle aree più critiche della giustizia italiana, le cosiddette “zone rosse”, che si concentrano prevalentemente nel Sud e nelle Isole. Oltre ad Agrigento, sedi come Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Firenze, Palermo, Potenza, Reggio Calabria e Taranto saranno prioritarie nella distribuzione delle toghe “virtuali”. Questi tribunali di primo grado vivono una situazione di emergenza, con carichi di lavoro che superano del 50% quelli dei distretti già in linea con gli obiettivi del Pnrr.

Un’opportunità per modernizzare la giustizia

Il lavoro da remoto dei giudici non è solo una misura emergenziale: rappresenta un’opportunità concreta per modernizzare l’intero sistema giudiziario. L’iniziativa mira a superare rigidità organizzative ormai anacronistiche, promuovendo una maggiore efficienza, senza sacrificare il principio dell’equità e della trasparenza processuale. La gestione digitale dei fascicoli e la possibilità di svolgere udienze online sono strumenti che, se ben integrati, potrebbero diventare la nuova normalità. In un Paese dove la lentezza della giustizia è spesso citata come uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico e civile, questa rivoluzione “smart” rappresenta un passo avanti decisivo. Ora la sfida è tutta nella sua attuazione: coinvolgere un numero adeguato di magistrati (la platea potenziale è di circa 2.600 toghe) e garantire che la transizione digitale non lasci indietro nessuno. Il traguardo è fissato: 30 giugno 2026. Se la giustizia riuscirà davvero a diventare più veloce, accessibile e moderna, lo si capirà da come risponderanno i protagonisti di questa nuova stagione. E da Agrigento potrebbe partire il segnale di un cambiamento atteso da decenni.

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