Docente all’Università di Messina, ma originario di Marsala, Giacomo Dugo ha più volte sfiorato la candidatura a sindaco. Dopo l’esperienza da assessore nella giunta Carini, si presenta per la prima volta ai lilybetani, sostenuto dalla Lega.
In questi giorni ha incontrato tanti marsalesi, raccogliendone umori e stati d’animo. Che città ha trovato?
Sono stato per i mercatini, nelle cantine, con il popolo che sento più vicino a me. Una minoranza mi ha detto che non va più a votare, altri mi hanno detto che avrebbero votato per la Lega e io ho spiegato che sono sostenuto dalla Lega. Vedere nei ceti popolari questa voglia di cambiamento per stanchezza nei confronti dei soliti nomi, mi fa ben sperare. Le persone che hanno una certa intelligenza devono rendersi conto di quello che in peggio è diventata la città negli ultimi 5 anni e di quello che c’è dall’altro lato, con tanti consiglieri che sono passati da un partito all’altro, magari dal Pd a Fratelli d’Italia. Ognuno si può redimere, ma mi sembra solo voglia di mantenere la poltrona. Diventando sindaco Giacomo Dugo, ogni marsalese dovrà sentirsi sindaco. Costituiremo comitati di quartiere in cui ognuno dovrà dire quali sono le esigenze, soprattutto nelle tre zone popolari di via Istria, Amabilina e Sappusi.
Dovesse peggiorare la situazione sul fronte Covid, come la gestirebbe il sindaco Dugo?
Dopo tre mesi in cui abbiamo distrutto attività commerciali, dal florovivaismo a bar e ristoranti, adesso sappiamo che hanno ricevuto poco o niente dallo Stato. Alcuni non hanno ancora avuto la cassa integrazione in deroga per i ritardi dell’Inps, mentre il direttore generale si è aumentato lo stipendio. Il Covid va combattuto con la giusta prevenzione. Negli ospedali esistono protocolli unitari da Nord a Sud come per le malattie oncologiche? La mia preoccupazione è per la Sicilia che non ha la struttura ospedaliera della Lombardia. In questo senso è giustificabile Musumeci che non vuole che i casi di terapia intensiva superino le disponibilità degli ospedali siciliani. Però non si può bloccare più il mondo che lavora. Io sono contrario all’obbligo delle mascherine all’aperto, a meno che non ci sono assembramenti.
I fondi del Recovery Fund rappresenteranno una grande opportunità per la prossima amministrazione comunale. Lei su cosa punterebbe?
Giacomo Dugo già dal 2010 ha impianti fotovoltaici nelle proprie case di Marsala e si fa la doccia con l’acqua riscaldata dal nostro sole. Qualcuno non ha le idee chiare sulla raccolta differenziata, che non si può portare dal 70 al 100%. Per l’ex centrale Enel di Milazzo ho presentato una relazione in cui, già 3-4 anni fa mettevo in evidenza che anziché utilizzare il petrolio
si poteva utilizzare la raccolta differenziata siciliana.
Quindi punterebbe sulle rinnovabili?
Sì. Molto spesso ci sono persone poco informate, finti ambientalisti che appartengono al mondo della sinistra che vanno contro questi impianti. Non sono quelli che voleva Raffaele Lombardo, sono piccoli trasformatori in cui viene combusto il secco e viene trasformato in energia. L’inquinamento sarebbe ridotto al minimo, si produrrebbe solo un po’ di acido folico che facilmente si abbatte, ma non tutte quelle sostanze tossiche che vengono dal bruciare sostanze come il petrolio. Impianti del genere esistono anche in Calabria, in Sicilia siamo indietro.
La pandemia ha anche acuito le diseguaglianze. Cosa propone riguardo le politiche sociali?
Il mio motto è che a Marsala nessuno deve avere bisogni primari. Il reddito di cittadinanza non deve dare solo il pane a chi non ne ha, ma la dignità del lavoro. Chi è destinatario del reddito di cittadinanza deve avere un pezzo di giardino da curare e lo deve tenere pulito, facendo qualcosa che serve a tutta la cittadinanza. I posteggiatori abusivi dovrebbero essere raccolti in un’associazione e dotati di tesserino, sono persone che hanno bisogno. Ma devo vivere nella sicurezza: non posso andare al Salato e vedere la donna rom che chiede un euro o il posteggiatore che ne chiede un altro. La persona anziana ha paura che se non ha mezzo euro in tasca può avere la macchina danneggiata. Istituirei per ogni contrada dei comitati che il lunedì dovrebbero presentarsi al Comune a dire cosa manca e di cosa hanno bisogno. Il Comune deve cercare tutte le strade per rendere felici i propri cittadini. Dobbiamo creare una società più equa e giusta.
L’emigrazione dei giovani del Sud è stata definita dal Ministro Provenzano un’emergenza nazionale. Cosa può fare un’amministrazione comunale per invertire la rotta?
Io sono stato uno dei professori universitari che non si è limitato a stare dietro la scrivania, ho sempre cercato di accompagnare i miei studenti. Il direttore generale della Florio di Marsala e Casteldaccia è un mio studente e questa è stata una grande soddisfazione. Ma ce ne sono tanti altri, da Nord a Sud. Formare uno studente costa 50-80 mila euro allo Stato. A volte vediamo che trovano un lavoro all’altezza della loro preparazione, a volte finiscono a fare i camerieri a Londra. Il Covid ha dimostrato che servono molti più medici. Io sono favorevole all’Europa, ma non possiamo ridurre la sanità per le problematiche europee. Non possiamo avere un ospedale bellissimo, che fin dall’inizio non è stato riempito di contenuti.
La nostra è anche terra di mafia, che spesso si infiltra nelle Giunte o nei Consigli comunali. Se qualcuno dei suoi fosse coinvolto, come si comporterebbe?
Nelle nostre liste sono tutti ragazzi, tranne due che hanno avuto esperienze precedenti. In Sicilia è successa una cosa terribile: ho spiegato nel 2016 che la raccolta dell’organico deve diventare una cosa che rende: fare questi impianti di fermentazione che produce biogas da utilizzare per alimentare i mezzi pubblici cittadini e un ammendante da distribuire a prezzo politico agli agricoltori marsalesi. La mafia nel settore ambientale esiste in quanto chi gestisce questi impianti a pagamento non ha interesse che si facciano impianti in cui il rifiuto organico o secco diventi energia, ma che si paghi un tot a tonnellata depositata: questa è mafia. Venti anni fa, prendendo spunto dall’idea di un inventore trapanese, ho proposto a un presidente della provincia un meccanismo che prevedeva il trattamento del rifiuto con un po’ di acido solforico, acqua ossigenata e prodotto chimico, facendo diventare tutta la spazzatura polimetano. Mi è stato detto: se c’è un salumiere che vende il salame, perchè devi fare una cosa diversa? Quando ho provato a fare qualcosa di diverso per i rifiuti, mi hanno puntato la pistola alla testa. Chi amministra una città, se entro tre mesi non organizza la raccolta differenziata in maniera idonea, economica che dia qualità e non solo spese al cittadino, deve essere sollevato dall’incarico.
Nel caso in cui si andasse al ballottaggio e lei ne fosse escluso, sosterrebbe qualcuno?
In caso di ballottaggio, Di Girolamo vincerebbe con Grillo 70 a 30 esattamente come la volta scorsa. Non avrebbe bisogno dell’aiuto di nessuno.