Più volte ci siamo occupati della situazione del Movimento 5 Stelle a Marsala. Nei giorni scorsi, nel corso di un dibattito televisivo con il portavoce Aldo Rodriquez, la nostra redazione ha chiesto della frattura tra le due componenti pentastellate in città in vista delle prossime amministrative. “C’è solo un meetup”, ha risposto Rodriquez, ammettendo però l’esistenza di due gruppi distinti. Arriva adesso la replica di un gruppo di “attivisti storici” del M5S, riferibile a Franco Rapisarda: “Sulla piattaforma sono registrati ben due meetup: Movimento cinque stelle Marsala e MarsalaInMovimento, per cui l’affermazione del consigliere è errata. Lo stesso sostiene che non si sono formati due gruppi a Marsala a seguito della scissione, si tratta solamente di alcune “persone” che si sono allontanate dalla maggioranza perchè non condividevano certi progetti che lo stesso consigliere porta avanti con la suddetta maggioranza già da mesi”. Gli attivisti di MarsalaInMovimento affermano inoltre di non essersi allontanati volontariamente ma di essere stati “emarginati, scartati, bullizzati e oggetto di terrorismo psicologico, attraverso minacce”, fino a non essere più coinvolti nei meetup e nelle riunioni settimanali”. Nella nota, i suddetti attivisti storici spiegano che la frattura è iniziativa in seguito a delle riunioni in cui si doveva decidere l’eventuale candidato sindaco del Comune di Marsala per le prossime amministrative: “a quei tempi (estate 2019) il signor Rodriquez aveva collezionato un avviso di garanzia per falso in atto pubblico (indagine poi archiviata senza alcun procedimento giudiziario nei confronti del portavoce pentastellato, ndr) che lo ha visto coinvolto nella faccenda di Alfonso Marrone in Consiglio Comunale, ragione sufficiente questa che non gli permetteva assolutamente di potersi candidare a qualsiasi ruolo in seno al Movimento perchè secondo le regole interne, un indagato non può essere candidabile o addirittura eletto. Lo stesso gruppo di attivisti sottolineava questo dato di fatto, ma i seguaci sostenitori accaniti del signor Rodriquez sembrava volessero sottovalutare questo problema non da poco, di conseguenza perseveravano nelle loro strategie di volerlo candidare a tutti i costi perchè a quanto pare spetta di diritto al consigliere uscente di potere esporsi a fare il Sindaco della città col Movimento cinque stelle, regola che si sono “inventati” per giustificare la loro assurda ostinazione. Alla richiesta di permettere l’apertura alla società civile, richiesta avallata da alcuni esponenti portavoce nazionali quali l’euro deputato Ignazio Corrao, il deputato alla camera Antonio Lombardo, il senatore Francesco Mollame e la deputata Piera Aiello, a seguito di una riunione nei pressi dei locali di Via Trapani a Marsala in data 7 dicembre 2019, l’ultima riunione a cui ci hanno permesso di partecipare; la risposta del consigliere Rodriquez visto il clamoroso dissenso da parte di molti è stata: “a questo punto considerata la volontà della maggioranza che io non sia l’unico candidato, faccio 300 passi indietro e lascio alla maggioranza la possibilità di decidere come dobbiamo muoverci”. Naturalmente di questa riunione con i portavoce nazionali non esiste un verbale perchè poteva minare la posizione futura del consigliere Rodriquez. Esistono però testimoni oculari di quel nefasto pomeriggio”. Al contempo, gli attivisti storici sottolineano che l’idea di proporre una candidatura a Giancarlo Montesano non è arrivata dalla deputata Piera Aiello, ma dal loro gruppo e accusano Aldo Rodriquez di non volersi candidare a sindaco per “il bene del territorio”, ma per “la brama di occupare una poltrona”. Contattato dalla nostra redazione per una replica, il portavoce pentastellato si è riservato di rispondere nelle prossime ore.
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