Si è aggravata la posizione di uno dei due fratelli che hanno dato fuoco alla Pescheria Crimi all’interno dell’Antico Mercato del 12 ottobre scorso. Già lo scorso 21 novembre, infatti, l’altro indagato, fratello dell’odierno arrestato, veniva associato alla Casa Circondariale di Trapani in aggravamento della misura degli arresti domiciliari con “sorveglianza elettronica” a causa delle plurime violazioni delle prescrizioni alle quali era sottoposto.
La misura degli arresti domiciliari è stata sostituita dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, con la misura della custodia cautelare in carcere, nei confronti anche del secondo fratello. Anche in questo caso, il provvedimento trae origine dalle violazioni, tempestivamente segnalate dai Carabinieri della Compagnia di Marsala alla locale Procura, della misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico cui il soggetto era sottoposto dal 7 novembre scorso. Entrambi i fratelli, oggi in carcere, in seguito agli approfondimenti investigativi avviati dopo il fatto erano stati ritenuti gli autori dell’atto incendiario in quanto gli indizi raccolti avevano permesso di ricostruire che gli stessi – dopo aver prelevato della benzina presso un distributore del centro urbano – avrebbero raggiunto Piazza del Popolo e, con il volto travisato, si sarebbero introdotti nel mercato ittico, appiccando il fuoco al bancone della Pescheria Crimi. Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato condotto presso la casa circondariale di Trapani.