Lo scorso 2 ottobre a Palermo, si è celebrata dinnanzi alla terza sezione penale, l’udienza relativa al processo per il gravissimo episodio di violenza sessuale di gruppo ai danni della giovane Asia Vitale avvenuto al Foro Italico del capoluogo di Palermo. Solo uno degli imputati, Samuele La Grassa, ha promosso appello avverso la sentenza di primo grado, con la quale era stato condannato alla pena di anni 4 di reclusione. Anch’egli come gli altri imputati aveva scelto in primo grado, il rito abbreviato, beneficiando così di una riduzione di pena rispetto alla gravità dei fatti contestati. La Corte di Appello ha confermato la sentenza resa in primo grado dal tribunale di Palermo.
In questo processo si è costituito come parte civile anche il Centro Antiviolenza “La Casa di Venere” di Marsala, che da 15 anni impegnato nella tutela delle donne vittime di violenza e nella promozione di una cultura fondata sul rispetto e sulla parità di genere. “Tali reati odiosi e inaccettabili, assumono un significato ancora più drammatico se si considera che sono stati commessi da giovanissimi: un dato che deve spingerci a riflettere profondamente su come sta crescendo e su come è stato educato il futuro del nostro paese – ci dice l’avvocata Roberta Anselmi, in rappresentanza del Centro Antiviolenza -. Quando ragazzi poco più che adolescenti si rendono protagonisti di simili atrocità, significa che il problema non riguarda soltanto la giustizia penale, ma l’intera società, chiamata ad interrogarsi sui modelli culturali, relazionali ed educativi che trasmette alle nuove generazioni. Il corpo della donna non può e no deve mai essere ridotto ad oggetto di godimento o di scerno. La nostra battaglia continuerà con determinazione, affinché la giustizia faccia pienamente il suo corso e perché cresca una cultura del rispetto, dell’uguaglianza e dei diritti“.